Corriere della Sera

«I 5 Stelle rischiano di piegarsi al potere Non so ancora se farò un mio movimento»

Di Battista: tornare? Tratto solo se lasciano Draghi

- Di Emanuele Buzzi

Alessandro Di Battista, lei ha scritto un saggio, «Contro», (edito da Paperfirst) che è un attacco al mondo della politica. Perché si dedica ancora a temi anti casta quando la gente cerca risposte su economia e salute?

«È molto difficile che questo governo dell’assembrame­nto possa fornire le risposte che le persone cercano. Io ho fatto politica e non soltanto ho combattuto la casta. Penso sia giusto portare alla luce alcuni temi e credo che la battaglia per la sobrietà della politica tornerà di moda nei prossimi mesi».

Lei attacca i conflitti di interesse, ha detto che Conte è stato fatto fuori dai poteri forti. Non alimenta facili

complottis­mi?

«Negare che ci siano asset di potere come industrial­i, lobby o grandi gruppi mediatici significa negare la storia».

La situazione nel Paese però si sta normalizza­ndo.

«Far coincidere l’andamento della campagna vaccinale con la normalità significa essere fuori dal mondo: i problemi sociali inizierann­o dopo l’estate».

Sostiene che la «pax draghiana» come lei l’ha definita sia dannosa per i partiti: a suo avviso subiranno ridimensio­namenti?

«Sempre più persone deciderann­o di non votare più perché la politica sta dando il peggio di sé».

In che senso?

«Una volta attori e artisti coraggiosi si impegnavan­o su temi politici, oggi politici pavidi tacciono su questioni dirimenti, ma commentano cantanti e attori: è la morte della politica».

Ha intenzione di fondare un suo partito?

«Non ci ho ancora pensato. A chi mi dice di tornare nel M5S, rispondo che mi siederei al tavolo solo se uscissero dal governo».

Sente Luigi Di Maio? Che consigli gli dà?

«Sono uscito dal M5S e non do consigli a chi è dentro».

Ha detto che il Paese ha bisogno di manutenzio­ne. Ma non ci poteva pensare il M5S?

«C’è una parte di M5S che insiste su questi temi e una parte che pensa al Ponte sullo Stretto: io la penso come i primi».

Non do consigli a chi è rimasto nelle file del Movimento Più che i singoli salvo certe battaglie

Davide Casaleggio è un mio amico Spero proprio che la guerra sugli iscritti non arrivi in tribunale

C’è qualcuno che salva?

«Più che le singole persone salvo alcune battaglie».

E qualcosa che non rifarebbe più?

«Di errori ne ho fatti tanti, ma non ho mai sbagliato per convenienz­a».

Il M5S è diventato come l’Udeur?

«Se non torna a fare battaglie politiche rischia solo di trasformar­si in un partito di potere».

E Conte è in grado di dare la sterzata che serve al M5S?

«Gli faccio un in bocca al lupo».

Che giudizio si è fatto di lui?

«L’ho conosciuto, mi pare una persona perbene e molto preparata. Gli ho chiesto più volte maggiore coraggio sul tema della revoca delle concession­i ai Benetton, ma allo stesso tempo gli riconosco una attenzione a famiglie e imprese durante la fase pandemica che non vedo con il governo Draghi».

Come finirà con Davide Casaleggio e con Rousseau?

«Davide è un mio amico. Spero proprio che non si arrivi in tribunale».

Lei è pronto a sostenere Virginia Raggi a Roma. Gli ultimi rumor per il centrodest­ra accreditan­o Gasparri come sfidante.

«Sì, leggo di candidati come Bertolaso, Gasparri e Albertini: sembra di essere tornati negli anni 90, solo che allora almeno c’era qualche idea».

Ma se la sindaca glielo chiederà lei è pronto a tornare sul palco con i suoi ex colleghi?

«Al di là dei palchi, qualora Virginia me lo chiedesse io la sosterrei in prima linea».

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Ex deputato Alessandro Di Battista, 42 anni, ha lasciato il Movimento 5 Stelle l’11 febbraio scorso

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