Corriere della Sera

Surfisti locali contro parigini Risse e insulti a Biarritz

Rivolta contro l’«invasione»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

«Riservato ai locali, turisti go home» oppure «occhio alle auto» sono alcune scritte che nelle ultime settimane si vedono sempre più spesso all’ingresso delle spiagge atlantiche di Biarritz, Hossegor o Anglet, dove è nato il surf in Europa. Chi si avventura con la tavola corre il rischio di prendersi un pugno, e se ha un’auto targata «75», il numero di Parigi, di ritrovarsi con le gomme tagliate. Sono le gioie del surf: sole, pace e amore fuori dall’acqua ma, talvolta, violenze e minacce quando si tratta di difendere spazi e regole in mare.

Il localismo accompagna il surf più o meno dalla nascita e in tutte le spiagge del mondo: da Tamarin Bay alle Mauritius a Lunada Bay in California, dalla Nuova Zelanda a Varazze, dove capita che i surfisti liguri non apprezzino le uscite dei milanesi nel loro mare. Nella versione peggiore il localismo è una forma di prepotenza e egoismo, in quella più presentabi­le è una reazione alla maleducazi­one di chi ignora regole e precedenze con comportame­nti pericolosi. Prendersi una tavola in faccia perché qualcuno non ha rispettato il proprio turno non è piacevole.

Ma quel che accade in queste settimane a Biarritz è una specie di tempesta perfetta, dove al solito localismo comune a tutti gli sport del Pianeta si aggiungono condizioni particolar­i: oltre a un certo carattere autonomist­a del Paese basco, l’insofferen­za verso i parigini sempre più numerosi che comprano case nella zona facendo lievitare i prezzi, e la pandemia che ha esasperato il contrasto tra la capitale e il resto del Paese. I lockdown hanno spinto molti abitanti delle grandi città a cercare luoghi più piacevoli dove fare smart working, e le località sul mare — dalla Normandia alla Bretagna alle Landes ai Paesi Baschi — sono le più ricercate.

«Molti nostri clienti sono già proprietar­i di case in un’altra città, per esempio a Parigi — dice Philippe Mirail dell’agenzia immobiliar­e Carré rouge di Biarritz — ma adesso iscrivono i figli a scuola qui per trasferire a Biarritz la residenza principale». Il risultato è che una casa con parcheggio e piccolo giardino non si trova più a meno di 900 mila euro, e che i locali, con stipendi di solito inferiori ai parigini, sono messi fuori mercato. Così sono apparsi gli striscioni «parigini tornate a casa, siete il virus del Paese basco», e il settimanal­e basco Enbata invita «ad azioni di resistenza» contro l’invasione. Queste tensioni si trasferisc­ono nelle acque di Biarritz, dove il surf è arrivato per la prima volta in Europa nel 1956. I parigini liberati dal lockdown arrivano in massa per fare surf, postano su Instagram posti finora conosciuti solo dai locali, e il mito romantico del surf finisce a spintoni.

Effetti del lockdown

L’insofferen­za verso i parigini sempre più numerosi che fanno lievitare i prezzi

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Costa basca Surfisti a Biarritz, nella Francia sud-occidental­e

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