Tempesta di ghiaccio sull’ ultramaratona: 21 morti in Cina
La gara lunga 100 km interrotta per il troppo freddo. Il dramma dei corridori sorpresi in quota
È pesantissimo il bilancio di una ultramaratona corsa in Cina: 21 atleti morti congelati. La gara, 100 chilometri, si è svolta sabato 22 maggio nella provincia Gansu, nel nordovest della Cina, circa mille chilometri da Pechino: il percorso prevedeva passaggi attraverso canyon, colline e lungo un altopiano arido a 1.000 metri d’altezza nella Foresta di Pietra del Fiume Giallo. Insomma, sulla carta niente di estremo dal punto di vista meteo. Infatti i 172 corridori si sono presentati sulla linea di partenza alle 9 di mattina vestiti con maglietta e pantaloncini, la tenuta classica per chi affronta gare di questo tipo. Intorno a mezzogiorno sul percorso si è abbattuta l’apocalisse: una tempesta con pioggia gelata e anche grandine ha fatto precipitare le temperature costringendo molti atleti a fermarsi e a tornare indietro. «La pioggia stava diventando sempre più pesante — ha dichiarato un corridore —: a 24 km dallo start ho iniziato a tremare per il freddo e ho deciso di tornare indietro prima del tratto in quota».
Subito dopo la direzione sportiva ha deciso di sospendere la gara ed è partita la macchina dei soccorsi. Secondo i media cinesi è stato avviato un massiccio sforzo di salvataggio con l’impiego di oltre 1.200 persone e droni con rivelatori termici per individuare i corridori. Ma una frana lungo il percorso, causata sempre dal maltempo, ha reso ancora più difficili le operazioni. Alla fine della giornata di sabato 151 partecipanti erano stati portati al sicuro (e di loro solo 8 risultavano leggermente feriti) mentre all’appello mancavano 21 atleti: i loro corpi sono stati trovati durante la notte, soprattutto sull’altopiano. Il corpo dell’ultimo corridore morto congelato è stato recuperato dalle squadre di soccorso alle 9.30 di domenica mattina.