Corriere della Sera

IL ROMANZO DEL CAMPIONATO CON TRE LOMBARDE IN TESTA

- Cari lettori,

Molti di voi hanno commentato in diversi modi la conclusion­e del campionato. Al di là dei vari sentimenti che compongono quell’autentico romanzo popolare italiano che è il calcio, gli scontri incrociati dell’ultima, incandesce­nte giornata ci offrono alcuni spunti. Innanzitut­to, ai primi tre posti della classifica finale ci sono tre squadre lombarde, Inter Milan Atalanta: a mia memoria, non era mai accaduto; non male, per la regione che in questi ultimi quindici mesi ha pagato il prezzo più alto a una pandemia che ha sconvolto la vita sociale ed economica, sport compreso. Assegnato lo scudetto all’Inter, domenica sera ci si giocava l’accesso alla Champions, più qualche decina di milioni di euro. Dando per scontata l’onestà, è sempre interessan­te vedere quel che scatta nelle teste e di conseguenz­e nei muscoli degli atleti e delle squadre. La Juve senza Ronaldo ha fatto la miglior partita dell’anno. Il Milan all’evidenza aveva più voglia di vincere di quanto l’Atalanta — inevitabil­mente stanca dopo un’annata durissima e la finale di Coppa Italia — avesse voglia di pareggiare. Il compito più facile all’apparenza era quello del Napoli, cui bastava battere in casa una buona squadra, il Verona, che veniva da un periodo difficile e non aveva più molto da chiedere al campionato. Invece il Verona ha dominato, e il Napoli non ha vinto. Non è certo colpa di Gattuso: grande sportivo, uno tra quelli che umanamente e tecnicamen­te mi ha impression­ato di più, a livello di un Nadal o di una Pellegrini. Però la pressione non sempre fa bene agli atleti. Il Napoli ha fatto un campionato decisament­e migliore delle squadre della sua fascia, tipo Lazio e Roma. Quel che è accaduto l’altra sera al Diego Armando Maradona resterà un mistero.

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