Deanna, la pittrice impavida e schiva
Èmorta una bravissima e originale pittrice: Deanna Frosini. Se fosse stata uomo, oggi sarebbe commemorata sui giornali, ma da donna è scivolata nel buio della memoria androcentrica. Deanna era una toscana dei boschi. Amava andare a cavallo, era generosa e impavida. Ma talmente sobria, discreta e schiva, che non ha mai fatto niente per vincere il muro di gomma che si trova davanti ogni artista donna. Da ragazza si era innamorata del socialismo e per tutta la vita ha rincorso quel sistema di idee che si proponeva di cambiare il mondo. Non si era accorta dei grandi mutamenti che avvenivano all’interno del partito. Fedele come tutte le innamorate, ha creduto in Craxi e nelle sue imprese. Le tele che mostrano grandi folle giovanili dalle bandiere rosse allegramente sventolanti, sono eleganti e visionarie , fanno pensare a un Guttuso più attuale, le cui certezze sono mosse da un soffio di dubbio e di dolore. Le sue visioni delle campagne laziali raccontano storie arcane di pazienza e docilità terragna. Messe a confronto con le folle degli operai sembrano incongruenti. Si direbbe che il suo spirito fosse diviso fra un amore carnale e materno per bellezze struggenti della natura e dall’altra un bisogno di intervenire, costruire, aggiustare una comunità divisa e problematica. Da una parte le grandi vedute del monte Soratte, sacro agli antichi romani, dall’altra i viaggi in Tunisia, i grandi padri del socialismo, i necessari progetti di rinnovamento. La pittura e la scultura sono sempre stati campi minati per le donne. Ricordiamo cosa ha significato per Camille Claudel essere donna e scultrice in un tempo in cui le artiste non avevano autonomia né riconoscibilità. Dopo avere protestato pubblicamente la povera Camille è stata chiusa in manicomio e lì è morta nonostante le bellissime lettere che scriveva al fratello, Paul Claudel, spaventato da quella sorella stravagante; alla madre, bigotta e moralista; al medico, convinto che una donna che vuole scolpire sia semplicemente matta. Le arti figurative più che la narrativa, sono sempre state difficilissime da frequentare per una donna. E tutt’oggi, siamo nel 2021, fra i pittori e gli scultori si vedono pochissime donne. E non perché non ce ne siano, come sostiene qualcuno, ma perché sono rese invisibili da una arcaica e pesantissima cecità nei riguardi della creatività femminile.