Recovery, la cabina di regia per i primi 24 miliardi a luglio
Colao: entro il 2022 la pubblica amministrazione avrà un cloud unico
ROMA La governance del recovery, mirata ad accelerare i tempi comincia a prendere forma. Ieri il vertice a Palazzo Chigi sembra avere messo tutti d’accordo su come rendere inattaccabile, soprattutto agli occhi di Bruxelles, la gestione del programma di spesa dei 204,5 miliardi del Next Generation Eu destinati all’Italia, più i 30,6 miliardi del Fondo complementare nazionale. L’intesa prevede un sistema di governance del Pnrr che opererà su tre livelli. Il primo avrà natura politica, con tanto di cabina di regia a Palazzo Chigi e una direzione generale al Ministero dell’Economia. Un secondo livello sarà delegato alla gestione del dialogo sociale, attivando un tavolo permanente con parti sociali ed enti territoriali. Infine il terzo livello operativo sarà di natura tecnica. In particolare, alla cabina di regia politica parteciperanno i ministri e i sottosegretari competenti. La cabina di regia avrà poteri di indirizzo, impulso e coordinamento generale sull’attuazione degli interventi del Pnrr. Periodicamente verrà effettuata anche una relazione alle Camere. Questo, insomma, lo schema di base del decreto per la governance del Pnrr illustrato anche ai ministri Daniele Franco, Vittorio Colao, Roberto Cingolani. L’obiettivo, del resto, è accelerare e predisporre il decreto legge nelle prossime ore, consentendone l’approvazione entro la settimana da parte del Consiglio dei Ministri.
Un’urgenza dettata dall’intento del governo di incassare il via libera della commissione Ue all’inizio dell’estate e ottenere i primi 24 miliardi a luglio. Tra le risorse del piano italiano figurano, come ricordato ieri dal ministro per l’Innovazione tecnologica e per la transizione digitale Colao, ci sono anche «i soldi per la giustizia digitale nel Pnrr ma poi c’è la semplificazione dei processi e la ministra (la titolare della Giustizia, Marta Cartabia, ndr) sta lavorando anche a questo». Colao ha, tra l’altro, confermato che entro il 2022 la pubblica amministrazione potrò contare su un cloud operativo unico. «Abbiamo deciso di far partire l’iniziativa per la creazione del polo strategico nazionale che sarà un cloud per la pubblica amministrazione con dei livelli di sicurezza rinforzati, con una giurisdizione sicuramente italiana, quindi con la residenza dei dati in Europa e in Italia». Cingolani ha sottolineato: «Ho dovuto accettare questo incarico perché mi è stato chiesto di prestare un servizio. La prima parte era quella di accelerare la scrittura del piano: finiva il 30 aprila e l’abbiamo finita. La seconda parte, al 30 maggio, è di contribuire in maniera importante alle semplificazioni. La terza, per il 30 giugno, di fare la nuova struttura del ministero che possa poi gestire i 16 miliardi l’anno da investire sulla transizione ecologica. Il quarto, e ultimo direi, è di riuscire a portare un messaggio forte e di buona qualità al G20 e alla Cop26 a novembre. Se riesco a fare questo, ho fatto il mio dovere e posso tornare a fare le mie cose»