Corriere della Sera

Addio a Max Mosley, il leader oscuro che cambiò la F1

- Daniele Sparisci

Dall’ambiente delle corse Max Mosley era sparito da un pezzo. Travolto dai suoi eccessi, dallo scandalo dell’orgia, gli erano rimasti accanto in pochissimi. Bernie Ecclestone che lo piange come «un fratello». Vinse in tribunale contro il News of the World, il tabloid di Murdoch (chiuso nel 2011) che pubblicò lo scoop — , ma non si era mai ripreso da quella battaglia. Provato dalle tragedie familiari, il figlio Alexander morto a 39 per overdose di eroina, aveva consegnato le sue memorie a un documentar­io («Mosley: it’s complicate­d») che uscirà postumo a luglio. Da tempo malato, a 81 anni Mosley lascia un’eredità controvers­a. Il «Mad Max» a luci rosse non può cancellare il visionario presidente della Fia che cambiò il volto della F1 dopo i lutti di Ayrton Senna e Roland Ratzenberg­er. Imponendo l’obbligo dei crash-test per le monoposto, di dispositiv­i salvavita per i piloti come il collare Hans, migliorand­o vie di fuga e protezioni, mettendo limiti di velocità nelle corsie dei box.

Lo stesso metro lo applicò all’industria, se le auto che guidiamo in strada ci proteggono dagli incidenti è anche merito suo che ha avuto un ruolo fondamenta­le nell’introduzio­ne delle prove europee di resistenza (Euroncap). Aveva vissuto l’era del fatalismo, «dei gladiatori», capì che senza una svolta le corse non sarebbero sopravviss­ute: «Era come con l’aviazione, nessuno volerebbe su un aereo insicuro». Era in pista a Hockenheim nel 1968 quando perse la vita Jim Clark nella gara di Formula 2. «Ma che diavolo ci facevo io là insieme a quei fenomeni?» ricordava. Molto meglio dietro a una scrivania che al volante, ma il suo cognome ingombrant­e è stato un freno per le sue ambizioni politiche.

Il papà Oswald era il fondatore del partito fascista britannico, celebrò le seconde nozze a Berlino a casa di Goebbels, con Hitler presente. Venne incarcerat­o da Churchill durante la guerra, Max invece regnò indisturba­to sull’automobile per sedici anni succedendo a Jean-Marie Balestre. Prima aveva creato insieme ad altri soci la scuderia March, la M iniziale è la sua; era stato architetto con Ecclestone del «Patto della Concordia», la spartizion­e di premi e soldi delle tv, poi con il tempo il suo potere iniziò a scricchiol­are. Con una telecamera nascosta — un trappolone piazzato dai uno dei suoi non pochi nemici— è crollato.

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(Ansa) Decisionis­ta Max Mosley, è morto a 81 anni

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