Timori per le varianti: per chi arriva dal Regno Unito cinque giorni di quarantena
La misura scatta da lunedì. Causa ad AstraZeneca: l’Ue deve ricevere 80 milioni di dosi entro settembre
Il campanello d’allarme era suonato già domenica. Le parole del premier Mario Draghi, al G7 in Cornovaglia, erano indicative dell’attenzione con cui il governo stava vagliando i dati dei contagi in Gran Bretagna. Prima la cautela, ora dunque la preoccupazione alla base dell’ordinanza con cui il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha stabilito una quarantena di cinque giorni per chi arriva da Londra. «La variante Delta è più trasmissibile, del 60%» ha detto ieri Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero. Sfugge maggiormente alla copertura, soprattutto per i vaccinati in prima dose con AstraZeneca. Rischia — se non tenuta sotto osservazione testando tutti i contatti in arrivo dal Regno Unito — di vanificare i risultati positivi della campagna vaccinale. Proprio nel momento in cui il Paese sta riaprendo con (quasi) tutte le regioni in zona bianca da lunedì.
È un alert però differito. Di 48 ore. La misura entra in vigore da lunedì, dopo la partita tra l’Italia e il Galles prevista domani sera che potrebbe alimentare il flusso turistico da Cardiff. La scelta di introdurla posticipandola di un paio di giorni, rilevano fonti ministeriali, sta tutta nell’evitare al minimo i disagi di chi è in partenza in queste ore dagli scali inglesi. C’è bisogno di un tempo tecnico con cui digerire la novità scongiurando le critiche feroci del 20 dicembre scorso quando molti nostri connazionali furono bloccati a Londra prima delle vacanze natalizie per il blocco ai voli deciso da Roma per mitigare i rischi della variante inglese. Stavolta ci sono analogie e delle differenze. Siamo alla vigilia del controesodo.
Molti torneranno da Londra, dove soggiornano per motivi di studio o di lavoro. A cui si aggiunge il flusso di turisti britannici nel nostro Paese che, seppur più contenuto rispetto agli altri anni, va tenuto in conto. Fortunatamente più di un italiano su due, sulla platea di 54,3 milioni di connazionali vaccinabili, ha già ricevuto almeno una dose. Più di uno su quattro ha completato il ciclo. I casi di variante Delta riscontrati inducono a tenere alta l’attenzione. Quel che è certo è che gli inglesi, lo ha riconosciuto ieri Rezza, investono molto di più sul sequenziamento del virus e trovano (prima di altri) nuovi ceppi. I dati di vaccino-vigilanza sulla capacità di copertura segnalano una buona efficacia dei vaccini a mRna, come Pfizer e Moderna e con Vaxzevria ma solo in seconda dose. Da qui il richiamo di Draghi per convincere i cittadini della bontà della «vaccinazione eterologa» perché il mix farmacologico darebbe risultati migliori. A tal fine il governo avrebbe ideato una campagna pubblicitaria che dovrebbe vedere la luce nei prossimi giorni. Due spot in tv con alcuni testimonial di grande popolarità, tra gli altri Paolo Bonolis, Federica Pellegrini, Roberto Mancini, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di completare il ciclo vaccinale evitando le astensioni che si potrebbero determinare.
Fonti segnalano come la scelta britannica di ritardare i richiami per immunizzare la più ampia platea possibile di persone con una dose sia servita in primavera per buttare giù l’indice di trasmissibilità ma ora presenta qualche pecca. La necessità di stabilire una quarantena in arrivo da Londra risponde poi al criterio dell’esperienza. Nessuno al governo dimentica la leggerezza con cui l’estate scorsa non ci fu alcun controllo tra i vacanzieri in arrivo da Spagna e Grecia, tra le concause della seconda ondata che investì il Paese tra ottobre e novembre.
Da Bruxelles prosegue la querelle con AstraZeneca per i ritardi nelle consegne. I giudici hanno imposto alla multinazionale anglo-svedese la consegna all’Ue di 80,2 milioni di dosi entro il 27 settembre. «AstraZeneca non ha mantenuto gli impegni assunti nel contratto», ha commentato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Ma la casa farmaceutica replica «che la Corte ha rilevato che la Commissione Ue non ha esclusività su tutti gli altri contraenti».