Corriere della Sera

Letta-Di Maio, un’ora di confronto A Roma i timori per le primarie

Faccia a faccia di politica estera e alleanza. Ieri solo 3 mila preregistr­ati per la consultazi­one

- Maria Egizia Fiaschetti

Dopo il flop di Torino, dove hanno votato in 12 mila, anche a Roma si teme la scarsa affluenza alle primarie di centrosini­stra (sette i candidati in campo: Roberto Gualtieri, Tobia Zevi, Giovanni Caudo, Cristina Grancio, Imma Battaglia, Paolo Ciani, Stefano Fassina) che domani vedranno impegnati mille volontari in oltre 190 gazebo. Se nelle scorse settimane la previsione era di raggiunger­e i 50 mila partecipan­ti, adesso l’obiettivo è non scendere sotto i 43 mila del 2016. I 3 mila preregistr­ati alla piattaform­a online potrebbero essere un segnale di scarso entusiasmo, per quanto gli elettori tendano a preferire la modalità tradiziona­le rispetto a quella telematica. «Speriamo in un risultato migliore di Torino, per lo meno dignitoso — confida un maggiorent­e del Pd —. Certo, non sono più i tempi di quindici anni fa».

Ieri il governator­e del Lazio, Nicola Zingaretti, ha rinnovato l’appello a votare mentre gli esponenti locali del Pd esternano un cauto ottimismo: «Se dovesse andare come a Torino mi preoccuper­ei — ammette Enzo Foschi, vice segretario regionale —, ma lì non si votava anche per i Municipi. A Roma il clima è diverso e ci aspettiamo una bella partecipaz­ione». Il timing imposto dall’emergenza sanitaria, inedito per un appuntamen­to che non si è mai tenuto in questo periodo, potrebbe condiziona­re il risultato: nella prima domenica in zona bianca, con temperatur­e massime di 32 gradi, la città potrebbe svuotarsi. «Abbiamo scelto la data non guardando il calendario atmosferic­o, ma l’andamento dei contagi — sottolinea il segretario romano dei dem, Andrea Casu — . È la prima volta che le primarie si svolgono il 20 giugno e durante una pandemia. Stiamo consiglian­do la partenza intelligen­te, se si viene a votare si evita il traffico». Un altro elemento «concorrenz­iale», oltre alla ritrovata voglia di libertà, è il match degli Europei tra Italia e Galles che si gioca alle 18 all stadio Olimpico.

I fattori esterni, però, vanno incrociati con la consapevol­ezza che la base potrebbe percepire la consultazi­one come un passaggio dall’esito scontato: l’aver puntato su Gualtieri come il candidato in pectore rende meno appetibile una sfida che, con altre dinamiche, avrebbe potuto destare maggiore interesse. «Non è una vera competizio­ne, all’ultimo sangue come a Bologna...», osserva un luogotenen­te locale dei dem. Si spera che i Municipi riescano ad accendere la passione dei militanti, se non fosse che una consiglier­a dem del II distretto, Caterina Boca, ha aderito ad Azione di Carlo Calenda in polemica con la decisione del suo ex partito di ricandidar­e la minisindac­a uscente senza indire le primarie.

Nel frattempo ieri, a Barcellona, il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, e il ministro degli Esteri pentastell­ato, Luigi Di Maio, si sono incontrati durante il foro di dialogo italo-spagnolo. Nel colloquio di circa un’ora, che non ha riguardato i temi nazionali, hanno discusso di politica internazio­nale, Europa e nesso euroatlant­ico. Dal Nazareno escludono che abbiano parlato anche di questioni interne, ma resta il dubbio che possano aver affrontato anche il nodo dei rapporti tra i due partiti.

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