Deniz, 22 anni, curda: uccisa (per caso) dai Lupi Grigi
Il piatto di pomodori e olive appoggiato lì sul tavolo. Una pausa dal turno di pulizie che stava coprendo al posto della madre convalescente dopo un intervento alla mano. Poi tre proiettili le hanno attraversato la testa e il petto. E così Deniz Poyraz è morta a 22 anni.
Sono le 11 del mattino quando l’ultranazionalista Onur Gencer, 30 anni, militante esponente dell’organizzazione di estrema destra dei Lupi Grigi, fa irruzione nella sede dell’Hdp, il partito filocurdo, a Smirne, sulla costa turca dell’Egeo. Onur è uno dei tanti mercenari che il presidente Recep Tayyip Erdogan è accusato di aver mandato in Siria a combattere a sostegno delle milizie del Free Syrian Army, gli stessi miliziani partiti per la Libia. Sul suo profilo Instagram si mostra mentre imbraccia un M-16 e si addestra a Manbij. «Ho agito da solo», dirà poi al momento dell’arresto. Le stesse parole pronunciate da Mehmet Ali Agca, quando tentò di uccidere il Papa in piazza San Pietro nel 1981. Ma tutti sanno bene quanto il governo di Erdogan, indebolito nei consensi (dal 2019 non ha più la maggioranza assoluta), punti sulla propaganda nazionalista per rinsaldare l’asse AkpMhp. In mattinata si sarebbe dovuta tenere una riunione con 40 dirigenti del partito, poi annullata. Gencer, furioso, cerca i suoi bersagli con la pistola, una Ruger comprata per poco più di 400 euro, in pugno. Ma non trova nessuno. Inizia a sparare a caso. Nell’edificio c’è solo la giovane Deniz che viene freddata con tre colpi. Poi esce in strada e continua a sparare. «Odio il Pkk», grida Gencer agli agenti che lo fermano. Lo stesso Pkk che Erdogan accusa di essere il braccio armato dell’Hdp e che tenta di mettere in ginocchio sia in Turchia che in Siria. E così nessuna condanna arriva dai palazzi di marmo del governo ad Ankara mentre i curdi scendono in piazza mostrando la fotografia di Deniz che sorride e fa il segno di vittoria. Un altro oltraggio. Dopo i 14 parlamentari messi in carcere, insieme a 20 mila tra dirigenti e militanti.
Deniz si chiamava così in onore di un leader del movimento studentesco ucciso dopo il golpe del 1971. Sognava di fare l’insegnante.