Il mistero della lotteria scatena la caccia al tesoro nel paesino del Maryland
Invasione di curiosi e bisognosi dopo la vincita da 731 milioni
Nella sonnacchiosa cittadina di Lonaconing, fra le verdi montagne del Maryland, non succedeva nulla di buono da anni. L’economia, un tempo dipendente dal carbone e dall’industria vetraria, ha seguito il declino delle piccole realtà industriali della Rust Belt e ora neanche la ferrovia si ferma più qui: le rotaie sono state mangiate dall’erba e le auto in fila per ricevere aiuti alimentari sono tante che i volontari della First Assembly of God sono stati costretti a dividere le scatole in due per sfamarne il più possibile.
Poi, a gennaio, un cittadino straordinariamente fortunato ha comprato in un alimentari il biglietto vincente del Powerball, un po’ il nostro Superenalotto, ed è diventato ricchissimo: ha portato a casa 731 milioni di dollari, la quinta somma più alta mai vinta in America, ed è svanito. Il Maryland è infatti uno dei cinque Stati americani che non obbliga i vincitori della lotteria a rendere pubblica la propria identità, e così nella cittadina — 1.200 anime, 400 famiglie — è scattata la caccia al vincitore. E al suo tesoro.
Una lettera anonima circolata fra le poche vie del paese
La lettera anonima
Una lettera sostiene che il fortunato sia un 76enne con 7 nipoti: lui però nega tutto
ha sostenuto che a vincere sia stato un signore di 76 anni con 7 nipoti, immediatamente tempestato di richieste di denaro, ma l’interessato ha prontamente negato. Nel frattempo, mentre i concittadini si aspettano una grande donazione che possa rilanciare la vita del villaggio, dove il tasso di povertà è del 24%, a Lonaconing sono arrivati decine di «cercatori d’oro», come li ha definiti il Post: gente giunta da Georgia, Ohio, Arkansas per ottenere un pezzetto del premio, soldi necessari magari a curare un parente, salvare un’azienda agricola, pagare un biglietto per l’Europa.
«Dicono che se non chiedi, non ottieni», ha raccontato l’uomo a cui tutti si rivolgono, Richard Ravenscroft, titolare dell’alimentari Coney Market dove è stato acquistato il biglietto. «Chiedono a me — ha spiegato Ravenscroft — perché sono l’unico di cui conoscono il nome». C’è anche chi gli ha inviato soldi chiedendo di ricevere in cambio biglietti della lotteria dal negozio fortunato, chi è arrivato da fuori città per giocare gli stessi sei numeri — 40, 53, 60, 68, 69, 22 — e chi si è presentato al negozio dalla Virginia chiedendo a Ravenscroft di ristampare il biglietto vincente.
I concittadini hanno desideri più pratici: ripulire le acque di miniera che di tanto in tanto riemergono dal suolo allagando le cantine, aggiustare le strade. Tutti però vogliono principalmente sapere una cosa: chi ha comprato il biglietto da 731 milioni di dollari (che saranno tuttavia ridotti a 367 milioni, visto che i vincitori hanno scelto di ricevere tutto subito e non a rate)?
I vincitori, già: secondo alcuni il colpo sarebbe toccato a un gruppo che si fa chiamare «Power Pack» e che ha reclamato il premio solo a maggio, quasi quattro mesi dopo aver comprato il biglietto al Coney Market. Ma gli occhi del vicihanno nato restano puntati sull’indiziato originale, il 76enne che nega tutto, Wilbur Miller, e la compagna, Nancy Winebrenner. «Negli ultimi tempi hanno ricevuto un sacco di visite, hanno viaggiato, hanno speso soldi al casinò», si dice. «Sono brave persone, rispettate».
Solo che ormai la loro vita è diventata impossibile: sono assediati di richieste e curiosi, dovuto chiedere aiuto alla polizia locale e assunto un avvocato che li protegga. Alla fine hanno scritto una lettera al giornale locale: «Purtroppo non siamo i vincitori del Powerball», hanno spiegato, suggerendo ai concittadini di controllare meglio in casa: «Magari siete proprio voi».