Il tatuatore: «Khrystyna l’ho uccisa io»
Poco prima di ucciderla con un colpo di pistola in fronte, Francesco il tatuatore si era messo in testa di renderla «immortale». E aveva deciso di rappresentarla con un tatuaggio stile messicano della Santa Muerte. Così il volto di Khrystyna Novak, 29 anni, ballerina ucraina, aveva preso le inquietanti sembianze dello scheletro della Niña Blanca, uno dei simboli dei narcotrafficanti. L’aveva disegnata sul braccio di quello che fino a poco tempo prima era stato un amico e socio in oscure vicende di droga e che da tempo era diventato il compagno di Khrystyna.
Pochi giorni dopo Francesco Lupino, 50 anni, fiorentino, una vita in bilico tra i mestieri di tatuatore ma anche spacciatore e «pistolero» (andava in giro con un’arma infilata nei pantaloni), sarebbe diventato un assassino. La confessione è arrivata dopo tre mesi di carcere e indagini coordinate dal capo della squadra mobile di Pisa Fabrizio Valerio Nocita. «Sì, l’ho uccisa io — ha detto in lacrime —. Mi ero fatto di coca, avevo bevuto alcol e Khrystyna mi aveva minacciato di raccontare alla polizia i miei traffici di droga e alla mia compagna inesistenti tradimenti».
Un delitto d’impeto? Lupino, raccontato come uomo violento figlio di un padre e di una madre finiti in carcere per traffico internazionale di droga, è accusato di omicidio volontario premeditato. E dunque, per ora, la Procura di Pisa sospetta che quella ragazza avesse progettato di ucciderla da tempo. Anche perché era stata proprio Khrystyna a convincere il fidanzato, ed ex socio in affari sporchi di Lupino, a cambiare vita. Che fosse stato il tatuatore ad uccidere la ballerina ucraina scomparsa dalla sua casa nei giorni di Halloween e ritrovata cadavere in un casolare sette mesi dopo, erano in tanti a pensarlo. Anche se Lupino raccontava a tutti che «mai e poi mai avrebbe fatto del male a una donna».