Eriksen torna a casa «Ora sta bene ha solo bisogno di tranquillità»
Il saluto alla Danimarca: «Tiferò per voi»
Erano da poco passate le sei di sera, quando il suv blu di Christian Eriksen ha imboccato la viuzza, piena di platani e villette a schiera di mattoni rossi, del quartiere Hunderup di Odense, dove il centrocampista dell’Inter vive con la famiglia. Guidava la moglie Sabrina, l’accompagnavano i figli e una parente. Eriksen era quello di sempre, è sceso da solo, ha salito i pochi gradini, aperto la porta nera al numero 24, lo stesso stampato sulla maglia dell’Inter, e si è infilato in casa tranquillo, senza dire una parola, immerso nella quiete e nella protezione di un luogo dove la privacy è sacra. Per la signora della porta accanto è «il migliore dei vicini», i bambini dell’asilo di fronte forse non sanno neppure che lì abita il più forte giocatore di Danimarca. Il ritorno a casa sembra un giorno come tanti, non è lo stesso per il 29enne più famoso del Paese.
Prima di rientrare dal Rigshospitalet di Copenaghen, da dove è stato dimesso dopo una settimana e dove gli hanno impiantato un defibrillatore cardiaco per regolarizzare l’aritmia, ha fatto tappa nel ritiro della Nazionale a Helsingor per abbracciare i compagni e i dottori: sono stati loro a salvargli la vita.
«Grazie per l’enorme numero di messaggi, è stato incredibile. L’operazione è andata bene e anche io sto bene, date le circostanze. È stato grandioso rivedere i ragazzi dopo la fantastica partita che hanno giocato con il Belgio. Non serve dire che tiferò per loro lunedì contro la Russia», le parole di ringraziamento di Eriksen affidate a un comunicato della federazione danese.
Il giocatore dell’Inter resterà a Odense per circa un mesetto. La villa di famiglia, con ampio giardino sul retro, è a due passi dal parco dove sono i campi del centro sportivo dell’Odense, il club in cui Chris è cresciuto prima di finire all’Ajax. «Era troppo forte per restare da noi», ricorda con affetto il capo comunicazione, Rasmus Nejstgaard. Nell’accademia della squadra ne conservano un ricordo speciale, foto e maglie appese ai muri lo testimoniano.
«Christian sta bene, adesso però noi e lui abbiamo bisogno solo di un po’ di privacy e di tranquillità», spiega la moglie Sabrina mentre scarica l’auto. Non potrebbe essere diverso, in tanti si prenderanno cura del campione risuscitato dopo essere quasi morto in campo al 43’ di DanimarcaFinlandia.
L’operazione è stata un successo, il decorso si vedrà. L’Inter è sempre rimasta in contatto con i responsabili della Danimarca. Tra oggi e domani dirigenza e staff medico nerazzurro contatteranno il giocatore e decideranno se fargli visita o se aspettare il ritorno a Milano, a luglio. Non c’è fretta di guardare troppo in là. Il cuore e la salute del giocatore sono la priorità, i discorsi su un ritorno in campo, molto difficile ma non ancora del tutto da escludere, si faranno dopo ulteriori esami, quando si capirà se il defibrillatore impiantato è definitivo o temporaneo, la differenza sta lì. Non è poco, ma non tutto quel che conta per Eriksen.