Milano, Salvini insiste su di Montigny. I dubbi di Berlusconi In corsa
Il manager vedrà il leader di FI e Meloni. L’idea di affiancargli una donna, oltre al «vice» Albertini
«Sapete perché a Milano non abbiamo ancora un candidato? Perché dopo Damilano a Torino ci sembra giusto trovare uno che si chiami Datorino a Milano. Ma ancora non l’abbiamo trovato e continuiamo a cercare». È bastata una battuta di Silvio Berlusconi alla presentazione del candidato del centrodestra a Torino per scatenare il conflitto sulla corretta interpretazione delle parole del leader di FI. Secondo la versione che va per la maggiore, Berlusconi, sottolineando che non c’è ancora un candidato, ha preso le distanze da Oscar di Montigny, il manager Mediolanum, genero di Doris, fortissimamente voluto da Matteo Salvini come sfidante di Beppe Sala alla poltrona di sindaco di Milano. All’opposto c’è chi fa notare che il candidato non c’è per il semplice motivo che le forze del centrodestra non hanno ancora formalizzato la candidatura di di Montigny e che l’appuntamento decisivo e più volte andato a vuoto dovrebbe essere giovedì quando i big si vedranno per l’ennesimo vertice. La terza interpretazione parte da un altro dato di realtà, ossia che di Montigny non ha ancora sciolto la riserva sulla sua possibile candidatura, fermi restando i dubbi della famiglia sull’opportunità della discesa in campo con le possibili ripercussioni sugli affari di Mediolanum. Doris non ha mai fatto mistero che la sua fortuna è stata quella di tenersi a debita distanza dalla politica. La replica indiretta del leader della Lega arriva poco dopo. «Ci sono ancora Milano e Bologna con tanti candidati in corsa — dice Salvini —. Sceglieremo il migliore. Ma noi a differenza del centrosinistra correremo uniti in tutte le regioni».
Pillole di verità. In tutte e tre le versioni. Berlusconi continua a mostrarsi freddo sulla candidatura di di Montigny. Un passaggio in questo senso lo avrebbe fatto anche nell’incontro dell’altra sera con Matteo Salvini. Ieri, circolava la voce di un possibile incontro ad Arcore tra il manager e il Cavaliere. Voce che si è rivelata infondata. Ma sicuramente, come da programma, di Montigny incontrerà sia Berlusconi sia Giorgia Meloni prima di giovedì. Se Forza Italia barcolla, Fratelli d’Italia resta neutra. Quello che doveva prendere l’ha già preso a Roma. Ma se di Montigny dovesse perdere contro Sala, gli uomini di Meloni non si strapperebbero di certo i capelli, imputando a Salvini e alla Lega la sconfitta. «Sono vostre malignità — replica Ignazio La Russa —. Il nostro obiettivo è governare il Paese con il centrodestra e ogni vittoria ci avvicina di più a questo risultato». Resta la ferma contrarietà di Noi con l’Italia che continua a insistere sul candidato politico in alternativa al civico. Il nome resta sempre quello dell’ex ministro Maurizio Lupi.
Se il fronte degli alleati continua a nutrire dubbi, Salvini, il vero mazziere della partita milanese, va avanti senza esitazioni. Il candidato è e resta di Montigny. Meglio ancora, il candidato è di Montigny in ticket con Gabriele Albertini, l’ex sindaco di Milano ancora molto amato dai milanesi. L’ultimo sondaggio dà di Montigny, in accoppiata con Albertini, a 5 punti da Sala. E il ticket, secondo alcuni, potrebbe addirittura trasformarsi in un tridente, con la presenza di una donna che andrebbe ad affiancare la coppia maschile. Nei giorni scorsi si è parlato di Annarosa Racca, presidente di Federfarma lombardia. Ieri è toccato ai consiglieri comunali e regionali leghisti «conoscere» via web il candidato in pectore di Montigny.«Incontro molto positivo» per il segretario cittadino Stefano Bolognini.