Corriere della Sera

Lagarde: Pil, la crescita accelera Ma i tassi possono scendere ancora

La presidente della Bce: l’inflazione salirà per fattori temporanei. I rischi dell’euro digitale

- Giuliana Ferraino

In un momento in cui l’inflazione torna a sorpresa ad agitare investitor­i e consumator­i, riportando d’attualità fantasmi del passato, soprattutt­o in Germania, dove la Bundesbank prevede un aumento fino al 4% a fine anno, mentre negli Usa l’indice dei prezzi è salito al 5% a maggio, spingendo la Federal Reserve ad anticipare di un anno, al 2023, la decisione di tornare ad aumentare il costo del denaro, la presidente della Bce, Christine Lagarde, si preoccupa soprattutt­o di rassicurar­e. Durante l’audizione (virtuale) davanti al Comitato sugli Affari economici e monetari del Parlamento europeo, Lagarde ripete tre messaggi chiave. Primo: la ripresa nella zona euro accelera e si rafforzerà. Secondo: il rialzo dei prezzi osservato di recente è reale e si rafforzerà in autunno, ma è un fenomeno atteso e sarà soltanto temporaneo. Terzo: la Banca centrale europea continuerà a portare avanti una politica monetaria ultra accomodant­e, perché «una stretta dei tassi adesso sarebbe prematura e creerebbe dei rischi sia per la ripresa che per le prospettiv­e di inflazione».

La spinta all’attività economica da questo trimestre arriverà grazie anche a «un vigoroso rimbalzo dell’attività dei servizi in particolar­e», colpita più duramente dalla pandemia», spiega l’avvocata francese. Le stime di Francofort­e ora indicano una crescita del 4,6% in media per l’area euro quest’anno e del 4,7% l’anno prossimo. Quanto ai prezzi, l’inflazione annuale dell’area dell’euro è salita «in gran parte per fattori temporanei, tra cui un forte aumento dei prezzi dell’energia». Per Lagarde «dovrebbe aumentare ulteriorme­nte verso l’autunno», prima di «diminuire all’inizio del prossimo anno. C’è il rischio che una parte di inflazione arrivi in Europa dagli Stati Uniti (spillover), ad esempio per un aumento della domanda di beni e servizi europei. Ma, avverte Lagarde, «le ricadute internazio­nali dell’inflazione Usa possono essere amplificat­e se i cittadini dell’area dell’euro modellano le loro aspettativ­e di inflazione anche sulla base degli sviluppi negli Stati Uniti». Nel complesso, però, «gli effetti dovrebbero essere moderati». E se la Bce ha rialzato le stime per quest’anno ( +1,9%) e per il prossimo (+1,5%), la previsione resta invariata all’1,4% nel 2023, lontano dal target Bce, vicino ma sotto il 2%. Perciò Lagarde non solo conferma le misure di politica monetaria, che dal marzo 2020 contribuir­anno cumulativa­mente all’1,2% dell’inflazione e all’1,8% del Pil, ma assicura che la Bce ha «ancora spazio per abbassare i tassi», se necessario.

Nel corso dell’audizione Lagarde ha risposto alle domande degli europarlam­entari. «Un euro digitale potrebbe avere un impatto negativo sulla stabilità finanziari­a», ad esempio «con grossi trasferime­nti di denaro privato all’euro

La presa d’atto

Ci sono motivi per aggiornare il Patto di stabilità e crescita tra i Paesi dell’Unione

digitale e per questo deve essere progettato con molta attenzione», ha ammonito, sottolinea­ndo anche che dovrà essere «sotto il controllo della Bce». L’Istituto centrale ne discuterà il prossimo 14 luglio. Sui Pnrr ha sollecitat­o gli Stati a «realizzarl­i, è una cosa di primaria importanza», perché «se dovessero fallire ci potrebbero essere effetti anche sul sostegno dei mercati» al piano. Infine «ci sono motivi per aggiornare il Patto di stabilità e di crescita», ha detto la presidente della Bce, senza entrare nel merito. Aggiungend­o che il sostegno delle politiche di bilancio, così come il sostegno della politica monetaria, «servirà ancora» e «un irrigidime­nto fiscale sarebbe prematuro».

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Christine Lagarde (Bce). Nel riquadro piccolo, Irene Tinagli

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