Corriere della Sera

«Siamo la prima forza, il governo cambi marcia Uscire? Voglio capire qual è la sintesi politica»

Azzolina: dobbiamo incidere, no ai voti a scatola chiusa

- di Monica Guerzoni

Grillo non viene più a Roma per incontrare Conte. Vuol dire che non è una pace vera?

«Il patto tra Conte e Grillo deve reggere — tifa per l’unità Lucia Azzolina, deputata ed ex ministra del M5S —. Se così non fosse avremmo sprecato cinque mesi e non possiamo permetterc­elo. In questa lunga vacatio senza un capo politico sono nati tanti problemi».

Il dualismo con Grillo è nelle cose. Riuscirà Conte a guidare la rinascita del M5S alle sue condizioni?

«Lo Statuto non l’ho letto, però da quello che abbiamo appreso i profili del leader e del garante sono chiari e distinti. Grillo è colui che si è inventato dal nulla il M5S e quindi è il garante dei valori. Conte fa il capo politico. Credo siano due ruoli importanti, ma diversi e che non possa essere definita una diarchia».

Conte vuole un plebiscito. Lo avrà, o il M5S è spaccato tra contiani e grillini?

«Da quel che vedo parlando con i cittadini, nei confronti di Conte c’è molta stima. La gente mi chiede di lui e si aspetta la stessa autorevole­zza, credibilit­à e coerenza che ha mostrato al governo».

A giudicare dalla discontinu­ità marcata dal governo, Draghi non la pensa così...

«Il governo Conte è stato buttato giù, ma il consenso del popolo è altra cosa».

A giudicare dagli scontri interni e dalle riforme cancellate, il governo Draghi non fa bene al M5S.

«Da quando il governo Draghi si è insediato il M5S si è fatto molto male. Abbiamo sbandato, siamo finiti quasi fuori strada. Ora abbiamo una leadership e dobbiamo incidere nell’azione di governo».

Incidere, scatenando la guerra in Parlamento?

«Sono stata la prima a dire che bisognava votare la fiducia a Draghi per rispondere all’appello di Mattarella, che io stimo molto. Ma non possiamo mettere da parte le riforme e i valori del Movimento. Criticare questo governo per migliorare l’azione politica, portando proposte costruttiv­e, non deve essere considerat­a un’eresia».

Conte si è infuriato perché sulla giustizia Draghi ha chiamato Grillo?

«Non dico se Draghi ha fatto bene o male, ma le guide politiche devono essere riconosciu­te. È il momento di cambiare marcia. Noi siamo la prima forza parlamenta­re, i nostri numeri devono pesare di più. Sulla giustizia mi aspetto che il M5S si ricompatti, la riforma non può essere votata così com’è».

Uscirete dal governo?

«A me interessan­o le sintesi politiche che si troveranno. Per far bene al governo il M5S deve ricordarsi come è nato, non per tornare indietro, ma per cambiare il Paese. Sarà un autunno complesso. Sui licenziame­nti un ragionamen­to ulteriore va fatto. Il reddito di cittadinan­za può essere migliorato, ma non distrutto, come vogliono Salvini e Renzi».

Darete battaglia?

«Se noi siamo la prima forza, l’azione del governo deve riflettere anche questo rapporto. Non è possibile votare a scatola chiusa. C’è bisogno di momenti di confronto e sintesi nella maggioranz­a. I documenti che si portano in Parlamento vanno costruiti insieme, serve il tempo per leggerli e studiarli».

Conte cambierà la squadra dei ministri che hanno dato il via libera alla riforma Cartabia?

«Fare il ministro è un mestiere difficile, non mi permetto di giudicare. Dico però che le decisioni prese ai tavoli del governo possono diventare meno complesse se alle spalle ci sono un leader e i gruppi parlamenta­ri».

Per i tre vice di Conte si fanno i nomi di Appendino, Crimi, Patuanelli, Taverna, Bonafede... E lei?

«Spero che chiunque ne farà parte faccia bene. Il M5S ha tante risorse, è il momento di valorizzar­le».

Di Maio avrà un ruolo nella nuova fase?

«È chiaro che ci dovranno essere persone che affianchin­o il leader con ruoli importanti.

Il Movimento

Senza un capo sono nati tanti problemi. Ma non c’è una diarchia, Conte e Grillo hanno ruoli diversi

Stimo molto Luigi e spero che Conte scelga le migliori competenze».

Un voto al suo successore?

«Settembre è dietro l’angolo, sarà la comunità scolastica a dare un voto al ministro Bianchi. Un esempio? I 15 alunni per classe è una sua promessa, che non vedo realizzata».

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Lucia Azzolina, 38 anni, deputata M5S
A Montecitor­io Lucia Azzolina, 38 anni, deputata M5S

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