Corriere della Sera

«Mio marito ucciso, io ero lì»

Lecce, gli hanno sparato. Fermato un 31enne

- di Carlo Vulpio

Arrestato uno dei due rapinatori che nel Leccese hanno ucciso, sotto gli occhi della moglie, un ex direttore di banca mentre prelevava con il bancomat.

«Ho visto Giovanni crollare a terra, sono corsa verso di lui, ho cercato di aiutarlo a rialzarsi. Ma lui era ormai morto. Non ci credevo. E non ci credo ancora adesso», si dispera Anna Quarta, la moglie di Giovanni Caramuscio, vittima di un omicidio assurdo, surreale.

Caramuscio, 69 anni, pensionato, ex direttore della locale filiale del Banco di Napoli, è stato assassinat­o con due colpi di pistola venerdì sera, poco dopo le 23, davanti a un bancomat di Lequile mentre con la moglie tornava a casa, nella vicinissim­a Monteroni, dopo una festosa cena insieme ad amici e parenti.

All’uscita di Lequile ci sono due banche, la Bcc di Leverano e il Banco di Napoli e Giovanni ha detto ad Anna: «Fermiamoci un attimo qui, prelevo qualche soldo». «Lo facciamo domani, dai», gli ha risposto Anna, svogliata. Ma Giovanni ha insistito e ha anche preso un po’ in giro Anna, mentre entrambi scendevano dall’auto: «Vedi, se tu sapessi usare il bancomat non sarei costretto a farlo sempre io. Guarda, è semplice, devi solo pigiare sui tasti questi numeri, il codice segreto… E se domani non ci fossi più io, come faresti, eh?». Anna si è schermita: «Va bene, un’altra volta», e intanto ha aspettato accanto all’auto che il marito effettuass­e il prelievo di contante.

Poi, come risulta anche dalle immagini delle telecamere di sorveglian­za che ci sono in quella zona, l’aggression­e a Giovanni, alle spalle, di due uomini, uno dei quali della stessa stazza fisica dell’ex direttore di banca, entrambi con il volto coperto da comuni mascherine anti Covid.

Giovanni Caramuscio istintivam­ente ha reagito e ha spintonato quello dei due banditi che aveva cercato di immobilizz­arlo, tenendolo per il collo con la morsa del braccio destro, ma la reazione gli è stata fatale. Uno dei due aggressori era armato — aveva con sé una pistola calibro 9 corto — e gli ha scaricato addosso cinque proiettili, tre andati a vuoto e due in pieno petto. Fine improvvisa e drammatica dopo una bella serata insieme alla moglie. E così quelle frasi scherzose di qualche minuto prima si trasforman­o nell’urlo disperato di Anna.

I due banditi scappano, qualcuno chiama il 112, arrivano i carabinier­i, un’ambulanza, poi anche il sindaco di Monteroni, Mariolina Pizzuto, che è anche cugina di Anna e con delicatezz­a ha cercato

Il pensionato

Ex direttore di banca, ha reagito ai due banditi che cercavano di immobilizz­arlo

di farle coraggio per tutta la giornata di ieri, mentre Anna ripeteva incredula le stesse frasi: «Il bancomat… I due aggressori… Gli spari… Giovanni a terra… Ma non credevo che era morto, che lo avessero ucciso lì, davanti a me».

Le prime indagini sono state rapidissim­e e hanno portato al rinvenimen­to dell’arma del delitto: era nascosta in un vaso dell’abitazione del presunto assassino, che vive in un appartamen­to popolare non distante dai due istituti bancari.

La matricola della pistola era abrasa, ma gli investigat­ori, attraverso altri indizi, le testimonia­nze di alcuni avventori del vicino bar pizzeria «Bataclan», le immagini delle telecamere di sorveglian­za e il racconto di Anna hanno messo assieme elementi sufficient­i per fermare un albanese di 31 anni, Mecaj Paulin, che ora è accusato di omicidio aggravato dal fine di rapina, ricettazio­ne e detenzione illegale

Le indagini

Il presunto assassino incastrato dai video. L’arma aveva cercato di nasconderl­a in casa

di arma da fuoco.

Ignoto, ma probabilme­nte ancora per poco, il complice del presunto omicida. Mecaj Paulin avrebbe anche tentato di disfarsi degli indumenti che indossava al momento del delitto gettandoli in un pozzo, ma le telecamere lo avrebbero filmato mentre premeva il grilletto come un invasato, quasi fosse in preda a uno stato di alterazion­e da stupefacen­ti.

Il sindaco Pizzuto proclamerà il lutto cittadino dopo l’autopsia, prevista per martedì prossimo. I tre figli di Giovanni — Roberta, Stefano e Fabio — non sanno come consolarsi a vicenda e come consolare Anna, che ripete all’infinito: «Non è possibile. Non ci credo».

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Giovanni Caramuscio con la moglie
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Giovanni Caramuscio, 69 anni, con la moglie Anna Quarta
Insieme Giovanni Caramuscio, 69 anni, con la moglie Anna Quarta

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