A Mykonos musica vietata e coprifuoco dall’una di notte «Questa è la fine del turismo»
Le autorità greche invitano alla calma. Rassicurano che le misure hanno una scadenza. Ma un albergatore dell’isola avverte: «Così ci vogliono far morire, un’altra volta». L’isola è quella di Mykonos, la cui anima (estiva) è fatta di movida, è rappresentata dalla folla di giovani che partecipa alle numerose feste, che balla al ritmo di musica diffusa sulle spiagge ad alto volume. Tuttavia il coronavirus ha ripreso a circolare velocemente. Allo stesso ritmo dei balli festaioli. La cosa ha spaventato le autorità che hanno deciso di dare una stretta al movimento.
I dati. Il 15 luglio il numero di positivi sull’isola ha raggiunto e oltrepassato 300 casi. Il quadruplo della settimana precedente. Una progressione legata alla variante Delta e, almeno a Mykonos, aggravata dalle feste clandestine. È stato il viceministro della Protezione civile, Nikos Hardalias, ad annunciare le misure restrittive in vigore fino al 26 luglio. Limiti alla diffusione di musica nei locali e sulle spiagge, limiti agli assembramenti e divieto di circolazione dall’una di notte alle sei del mattino. Si legge nel comunicato: «Il governo procede all’attuazione di misure speciali per Mykonos. Si ricorda che è vietato organizzare qualsiasi tipo di evento che si svolga con la presenza fisica di più di venti persone. Per i trasgressori sono previste multe da 50 a 200 mila euro».
La misure non sono piaciute al vicesindaco di Mykonos, Alexandros Koukas: «Distruggono completamente il turismo. L’isola ospita 20 mila persone. Non ce le aspettavamo. Siamo in prima linea sul fronte vaccinazione».
La battaglia per il contenimento del virus ha un nemico, trasformato dalle autorità in una sorta di simbolo: il festino. D’estate sull’«isola dei venti» le feste private nelle ville godono di uno loro status. Ci vanno dj famosi e ospiti, con inviti anonimi, che non badano a spese. Il divertimento non si spegne mai prima dell’alba e si svolge in luoghi segreti. Se ne organizzano 4-5 a settimana. La polizia denuncia che non vengono rispettate le più elementari misure di sicurezza.
Le autorità sono convinte che tutto questo abbia trasformato l’isola in una bomba sanitaria. In pochi giorni. Dal 10 al 16 luglio a Mykonos si sono registrati 331 casi di coronavirus. Secondo il portale «protothema.gr» la situazione è arrivata al punto di non ritorno. Dina Sampsouni, Assessorato alla Salute del Comune di Mykonos ha dichiarato: «Era previsto che accadesse. Da un lato i grandi flussi di turisti, dall’altro le feste. L’età media dei casi è di 27 anni, in gran parte asintomatici». Da giorni l’«hotel» di quarantena dell’isola, che si trova ad Ano Mera, è pieno di pazienti. «Non c’è più spazio — dice un medico del Mykonos Health Center —. I turisti positivi al Covid-19 che non trovano un alloggio sono costretti a dormire sulle spiagge».
I casi sono in aumento in
Salgono i contagi anche a Ios, Paros e Creta. Obbligo di green pass per i locali
tutta la Grecia: 2.700 dei giorni scorsi contro i circa 400 di tre settimane prima. Tuttavia i dati di Hardalias dicono che il virus corre più in fretta sulle isole. Mykonos ma anche Santorini, Ios, Paros e le città di Retimo e Candia, a Creta.
Il governo di Atene cerca di arginare. Di recente ha istituito l’obbligo di green pass per i clienti di ristoranti, bar e caffè. Se non ce l’hanno devono mostrare un test negativo effettuato negli ultimi 3 giorni.