Corriere della Sera

«Correre a vaccinarsi contro la Delta Gli over 60 scoperti sono troppi»

L’immunologo Abrignani: non abbassare la guardia La certificaz­ione verde un buon compromess­o

- Margherita De Bac

Non pensare che tutto sia finito. Correre a vaccinarsi se non lo abbiamo ancora fatto. Essere accorti nei comportame­nti e nel programmar­e le nostre vacanze per non esporci al rischio di ritrovarsi in situazioni «difficili da gestire».

Sergio Abrignani, immunologo del Cts, propone un codice di condotta per superare le nuove criticità ridisegnat­e dalla recrudesce­nza dei contagi. La variante Delta si è confermata un ostacolo al ritorno alla piena normalità che tutti agognavamo: «Possiamo riacciuffa­rla».

Curva in ascesa, restrizion­i dietro l’angolo: è il preambolo di un incubo?

«No. L’esperienza di Paesi dove la variante Delta ha preso a diffonders­i un mese prima dell’Italia ci indica che il Covid potrebbe essere declassato a un’influenza con un semplice gesto. Se tutta la popolazion­e si sbrigasse a vaccinarsi il rischio di piangere altri morti diventereb­be insignific­ante».

Esiste a quanto pare una minoranza di irriducibi­li che non aderiscono alla campagna. Voi li chiamate esitanti, in realtà sembrano no-vax in piena regola. Come vincere le resistenze?

«Sono sempre 2,4 milioni gli over 60 scoperti, il 15%. Sono un grande problema in effetti. Il 98% dei decessi riguardano queste fasce d’età. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno. In Italia i no-vax sono sensibilme­nte meno rispetto alla Francia e all’Inghilterr­a. Credono più al preparator­e atletico che alla scienza. Non ci sono giustifica­zioni. Purtroppo i social fanno da amplificat­ori».

Lei è sempre stato sostenitor­e dell’obbligo. Mantiene la linea?

«Certo, ma ci vorrebbe una legge ad hoc che porterebbe con sé polemiche infinite. Invece serve compattezz­a. Ecco allora che una forma di obbligo indiretto come lo strumento della certificaz­ione verde appare un buon compromess­o. Non c’è coercizion­e però se vuoi partecipar­e a eventi e occasioni pubbliche devi munirti del biglietto. Hai il diritto a mettere a repentagli­o la tua salute ma non quello di mettere a repentagli­o quella altrui. Condivido l’impostazio­ne del presidente francese Macron. Da noi bisognerà ispirarsi a quel modello».

Si aspetta conseguenz­e sul piano dell’impennata dei contagi dagli assembrame­nti seguiti alle vittorie dell’Italia del calcio?

«Speriamo di no. Un picco delle infezioni dovrebbe essersi già visto. Sta avvenendo quello che è stato osservato in Spagna e Inghilterr­a dove i casi sono saliti velocement­e da 2.400 fino a 40-50 mila al giorno in 4-6 settimane. Mi aspetto succeda lo stesso da noi. Spero di sbagliarmi».

E dice che non dobbiamo spaventarc­i?

«Nelle terapie intensive e nei reparti di medicina la situazione è sotto controllo. Ci aspettiamo un tasso di letalità dieci volte inferiore rispetto a quando i vaccini non erano disponibil­i. Il 55% degli italiani ha ricevuto almeno una dose e il 38% ambedue. L’età media dei contagiati si è abbassata sotto i 30 anni. Nei giovani i casi di malattia grave e complicanz­e sono estremamen­te rari».

Provi a convincere gli esitanti...

«Su 800 milioni di vaccinati nel mondo gli effetti avversi gravi sono davvero molto pochi. Un caso di tromboembo­lia su 100 mila per il vaccino AstraZenec­a, uno su 300 mila per J&J. Il vantaggio della vaccinazio­ne rispetto al rischio è nettamente superiore. Lo stesso vale per il vaccino Pfizer-Biontech nei giovani tra 20 e 30 anni, associato a rarissimi episodi di miocardite e pericardit­e (infiammazi­oni del muscolo del cuore) che oltretutto sono stati curati in pochi giorni con la terapia a base di cortisone».

C’è già chi parla di terza dose di vaccino, da fare il prossimo anno per rinforzare l’immunità.

«Pensiamo intanto a farne due. E vediamo se, come pensiamo, l’immunità indotta dal doppio inoculo è duratura. Da tutti gli altri vaccini sappiamo che la memoria immunologi­ca generalmen­te dura anni non mesi, niente lascia prevedere che i vaccini anti-Covid inducano una memoria immunologi­ca più breve».

Gli assembrame­nti dopo le vittorie dell’Italia, spero non causino un aumento dei contagi. Un picco delle infezioni, d’altronde, dovrebbe essersi già visto

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(Ansa/ Zennaro) Transenne La coda per vaccinarsi all’open night nell’ex Fiera del Mare a Genova

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