Corriere della Sera

«Adesso si ridiscute tutto Forse nella coalizione c’è chi preferisce la sinistra»

Lollobrigi­da (FdI): violata una regola fondamenta­le

- di Paola Di Caro

È stata «violata una regola del gioco fondamenta­le», e adesso nei rapporti tra i partiti della coalizione tutto o quasi torna in discussion­e: «È saltato uno dei pilastri sui quali si sono basate le nostre trattative negli ultimi mesi sulle amministra­tive e su tutte le tornate elettorali. Con serenità, ma anche con serietà e realismo, è chiaro che d’ora in poi andranno fatte valutazion­i e scelte conseguent­i». Dalle parole di Francesco Lollobrigi­da, capogruppo alla Camera di FdI, si capisce bene quanto lo strappo avvenuto dopo la scelta di FI di votare Simona Agnes e non l’uscente Giampaolo Rossi, espression­e del partito della Meloni, sia tutt’altro che ricucito.

Davvero per voi è stata una decisione a sorpresa?

«Sì, ci ha sconcertat­o che FI si rendesse protagonis­ta di un atto che non fa nemmeno parte della loro cultura. Alcuni principi cardine della coalizione sono stati violati: il rispetto reciproco, la ricandidat­ura degli uscenti, tutte regole che noi — pur essendo secondo i sondaggi il primo partito italiano — non abbiamo mai messo in discussion­e».

E quindi potreste correre da soli alle amministra­tive?

«Ci sono situazioni molto diverse. Nelle grandi città si è raggiunto un accordo su candidatur­e civiche che non sono espression­e di nessun partito, né FI né la Lega né poi possiamo rivendicar­ne una esclusiva paternità».

Milano e Roma insomma sono «salve», ma in Calabria e dove ancora non è stato concluso un accordo?

«Per altre realtà, in varie città come soprattutt­o in Calabria, si è deciso di ragionare con la logica degli uscenti. La Regione era presieduta dalla scomparsa Iole Santelli e noi, pur essendo il primo partito in quel territorio e avendo candidati autorevoli­ssimi come Wanda Ferro, abbiamo accettato senza problemi un loro candidato (Occhiuto, ndr). Anche in altre città, per il nostro peso che i sondaggi ci attribuisc­ono, avremmo potuto rivendicar­e candidati sindaci, ma ci siamo attenuti appunto alla regola degli uscenti. E lo stesso avremmo fatto anche per le elezioni suppletive, anche qualora nel collegio ci fosse stato alle elezioni precedenti un candidato che era stato sconfitto. Da noi ci sono sempre stati solo atti di lealtà e generosità».

Adesso cambierete linea?

«Vedremo, dovremo ragionare, lo stiamo facendo con molta serietà. Ma è chiaro che d’ora in poi si dovranno fare valutazion­i differenti».

Esiste un modo per «ricompensa­rvi» di quella che considerat­e una perdita molto grave?

Chi con atto unilateral­e ha violato le regole di coalizione recuperi la situazione Questo ci aspettiamo

«La nostra storia dimostra che non cerchiamo ricompense e poltrone ma regole e lealtà. Leggo dichiarazi­oni anche di esponenti di Forza Italia che auspicano la stessa cosa e che hanno capito che ingiustizi­a abbiamo subito. Nel voto in Parlamento con il nostro candidato si sono schierati i parlamenta­ri di Coraggio Italia, più almeno altri 20 che sicurament­e fanno parte del centrodest­ra: evidenteme­nte la percezione che è stato commesso un atto grave era ed è diffusa».

Rivendicat­e la presidenza della Vigilanza Rai?

«Noi non avevamo chiesto le presidenze degli organi di garanzia che normalment­e sono assegnate alle opposizion­i, non abbiamo mai fatto richieste di “poltrone”, non ci interessa la spartizion­e, avremmo fatto ben altre scelte altrimenti in questa legislatur­a. Ma certo che FI abbia la presidenza della Vigilanza e un membro del Cda Rai, e la maggioranz­a ne abbia complessiv­amente 7 su 7 è qualcosa che viola gli equilibri democratic­i».

Ma c’è una trattativa per trovare una via d’uscita?

«Non stiamo trattando nulla. Ci aspettiamo che chi, con atto unilateral­e, ha violato quelle che sono regole di coalizione e in generale di democrazia, trovi il modo per recuperare la situazione. Se ciò non fosse, se mancasse questa volontà, significhe­rebbe non solo che si teme FdI più di quanto non si tenga all’unità della coalizione, ma che forse le voci maliziose su certi rapporti privilegia­ti con pezzi di sinistra, tanto maliziose alla fine non sono...».

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