«Adesso si ridiscute tutto Forse nella coalizione c’è chi preferisce la sinistra»
Lollobrigida (FdI): violata una regola fondamentale
È stata «violata una regola del gioco fondamentale», e adesso nei rapporti tra i partiti della coalizione tutto o quasi torna in discussione: «È saltato uno dei pilastri sui quali si sono basate le nostre trattative negli ultimi mesi sulle amministrative e su tutte le tornate elettorali. Con serenità, ma anche con serietà e realismo, è chiaro che d’ora in poi andranno fatte valutazioni e scelte conseguenti». Dalle parole di Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di FdI, si capisce bene quanto lo strappo avvenuto dopo la scelta di FI di votare Simona Agnes e non l’uscente Giampaolo Rossi, espressione del partito della Meloni, sia tutt’altro che ricucito.
Davvero per voi è stata una decisione a sorpresa?
«Sì, ci ha sconcertato che FI si rendesse protagonista di un atto che non fa nemmeno parte della loro cultura. Alcuni principi cardine della coalizione sono stati violati: il rispetto reciproco, la ricandidatura degli uscenti, tutte regole che noi — pur essendo secondo i sondaggi il primo partito italiano — non abbiamo mai messo in discussione».
E quindi potreste correre da soli alle amministrative?
«Ci sono situazioni molto diverse. Nelle grandi città si è raggiunto un accordo su candidature civiche che non sono espressione di nessun partito, né FI né la Lega né poi possiamo rivendicarne una esclusiva paternità».
Milano e Roma insomma sono «salve», ma in Calabria e dove ancora non è stato concluso un accordo?
«Per altre realtà, in varie città come soprattutto in Calabria, si è deciso di ragionare con la logica degli uscenti. La Regione era presieduta dalla scomparsa Iole Santelli e noi, pur essendo il primo partito in quel territorio e avendo candidati autorevolissimi come Wanda Ferro, abbiamo accettato senza problemi un loro candidato (Occhiuto, ndr). Anche in altre città, per il nostro peso che i sondaggi ci attribuiscono, avremmo potuto rivendicare candidati sindaci, ma ci siamo attenuti appunto alla regola degli uscenti. E lo stesso avremmo fatto anche per le elezioni suppletive, anche qualora nel collegio ci fosse stato alle elezioni precedenti un candidato che era stato sconfitto. Da noi ci sono sempre stati solo atti di lealtà e generosità».
Adesso cambierete linea?
«Vedremo, dovremo ragionare, lo stiamo facendo con molta serietà. Ma è chiaro che d’ora in poi si dovranno fare valutazioni differenti».
Esiste un modo per «ricompensarvi» di quella che considerate una perdita molto grave?
Chi con atto unilaterale ha violato le regole di coalizione recuperi la situazione Questo ci aspettiamo
«La nostra storia dimostra che non cerchiamo ricompense e poltrone ma regole e lealtà. Leggo dichiarazioni anche di esponenti di Forza Italia che auspicano la stessa cosa e che hanno capito che ingiustizia abbiamo subito. Nel voto in Parlamento con il nostro candidato si sono schierati i parlamentari di Coraggio Italia, più almeno altri 20 che sicuramente fanno parte del centrodestra: evidentemente la percezione che è stato commesso un atto grave era ed è diffusa».
Rivendicate la presidenza della Vigilanza Rai?
«Noi non avevamo chiesto le presidenze degli organi di garanzia che normalmente sono assegnate alle opposizioni, non abbiamo mai fatto richieste di “poltrone”, non ci interessa la spartizione, avremmo fatto ben altre scelte altrimenti in questa legislatura. Ma certo che FI abbia la presidenza della Vigilanza e un membro del Cda Rai, e la maggioranza ne abbia complessivamente 7 su 7 è qualcosa che viola gli equilibri democratici».
Ma c’è una trattativa per trovare una via d’uscita?
«Non stiamo trattando nulla. Ci aspettiamo che chi, con atto unilaterale, ha violato quelle che sono regole di coalizione e in generale di democrazia, trovi il modo per recuperare la situazione. Se ciò non fosse, se mancasse questa volontà, significherebbe non solo che si teme FdI più di quanto non si tenga all’unità della coalizione, ma che forse le voci maliziose su certi rapporti privilegiati con pezzi di sinistra, tanto maliziose alla fine non sono...».