Corriere della Sera

Il divorzio record dell’oligarca russo Cede le opere d’arte ma non lo yacht

Londra, accordo da 454 milioni di sterline

- Paola De Carolis

Di fronte alla battaglia tra l’oligarca russo Farkhad Akhmedov e l’ex moglie Tatiana, la giudice dell’Alta Corte Gwynneth Knowles ha ripensato all’incipit di Anna Karenina: «Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo». Il clan Akhmedov, ha sottolinea­to, è tra i più infelici che le siano mai capitati davanti. La signora Tatiana ha ora di che consolarsi: dall’ex marito ha ottenuto il patrimonio che le era stato assegnato dal tribunale nel 2016, qualcosa come 454 milioni di sterline, circa 531 milioni di euro, un totale che rende il suo il divorzio più salato nella storia legale britannica.

Se privatamen­te Farkhad, sulla lista nera dei collaborat­ori di Vladimir Putin stilata dagli Usa, aveva confidato che avrebbe preferito bruciare i soldi piuttosto che consegnarl­i all’ex consorte e «per anni», a sentire la moglie, non le ha dato «neanche un penny», alla fine è stata trovata una formula che ha messo d’accordo le due parti: un misto di contanti, immobili e opere d’arte che ha raggiunto l’ammontare indicato dall’Alta Corte. L’annuncio è stato dato da un portavoce dell’oligarca nonché dal Burford Capital, il gruppo di litigation

funding, ovvero di finanziame­nto delle liti legali cui si era rivolta Tatiana per costringer­e l’ex ad aprire il portafogli­o. Lei, Tatiana, per ora non ha commentato, forse le basta la vittoria finanziari­a e morale nonché l’opportunit­à di entrare in possesso di una collezione privata che fa gola a tanti esperti. Agli Akhmedov, infatti, appartengo­no quadri di Andy Warhol, Mark Rothko e Damien Hirst, apparentem­ente custoditi nel Lichtenste­in.

A differenza dell’ex marito, che è tornato in Russia, la signora Akhmedova è cittadina britannica da più di 20 anni. Nel Surrey ha cresciuto, «praticamen­te da sola», due figli ora adulti. Aver raggiunto con l’ex un accordo sul trasferime­nto dei fondi le permetterà di costruirsi una nuova vita, anche se il divorzio ha lasciato segni profondi sugli equilibri e gli affetti familiari. Il primogenit­o Temur, ad esempio, è stato accusato dall’Alta Corte di essere diventato il braccio destro del padre e di averlo aiutato a nascondere il patrimonio «con una serie di operazioni» il cui obiettivo era quello di impedire alla madre di ottenere ciò cui aveva diritto. Lo scorso aprile, la giudice Knowles lo aveva definito «un individuo disonesto» e gli aveva ordinato di pagare alla madre 75 milioni di sterline. Sarebbe grazie a lui e alle sue peripezie finanziari­e che Akhmedov padre, che a 65 anni si è risposato con una donna di trent’anni più giovane di lui, è riuscito a negare all’ex moglie lo yacht Luna, un’imbarcazio­ne da 300 milioni di sterline con dieci cabine vip e una piscina da 20 metri costruita per un altro supermilia­rdario russo, Roman Abramovich.

I suoi rappresent­anti legali hanno sostenuto che Temur — un trader della City che dal padre è stato abituato a un certo tenore di vita con tanto di appartamen­to da 35 milioni di sterline con vista su Hyde Park, una Rolls Royce e una Tesla — «non ha mai desiderato prendere la parte di uno e dell’altra ma che inevitabil­mente è stato risucchiat­o nel vortice di un’amara disputa familiare». Difficile immaginare che potrà ora riallaccia­re i rapporti con la madre Tatiana, che tra l’altro era riuscita ad ottenere un’ingiunzion­e per arginare le sue spese a 3.000 sterline al mese.

La citazione

La giudice ha citato «Anna Karenina»: «Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo»

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Tatiana Akhmedova a Londra (Ap)
In tribunale Tatiana Akhmedova a Londra (Ap)

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