Il maresciallo eroe: «Così ho rianimato il neonato in strada»
Nuoro, Gabriele non respirava più: il massaggio cardiaco? L’ho imparato quando facevo il bagnino
Gabriele non respirava più e il papà, con il bimbo (sette mesi) fra le braccia, è corso disperato sulla strada: «Maresciallo, mi aiuti». La testa reclinata, gli occhi serrati. Per alcuni interminabili minuti Fabio Luzzu, comandante della stazione carabinieri di Gavoi (Barbagia, Nuoro) ha premuto le dita su quel corpicino, con delicata forza; un massaggio cardiaco per cercare di riportarlo in vita, Gabriele ha infine ha avuto un sussulto, è arrivata un’ambulanza e via in ospedale. Salvo.
Può raccontarla con sollievo e un poco scherzarci su: «No, non sono il maresciallone stereotipo dei film sui carabinieri, attempato, pancia e baffoni. (In effetti: 33 anni, laurea in Scienze della comunicazione, ndr) Sono carabiniere per scelta, non per ripiego. Ho fatto la notte di pattuglia, ero fuori servizio ma ancora in caserma. Ho sentito voci concitate. Ho chiamato il collega Riccardo Busi e sono corso giù per le scale. L’uomo cercava di rianimare il bimbo, lo scuoteva, una donna accanto gridava, intorno altra gente sconvolta. Poi ho saputo: parenti». Gabriele era rigido. «Terreo, poi cianotico, proprio non respirava. Ho chiesto al mio collega di chiamare il 118. Ma quando sarebbe arrivata l’ambulanza? Non c’era tempo e ho detto al papà: “Lo tenga in braccio, ben fermo”. E ho cominciato a fare pressione con le dita sul torace, a praticargli un massaggio cardiaco. Devo fare attenzione, ho pensato, è piccolissimo, ha le ossa fragili».
Prima di arruolarsi nell’Arma Fabio Luzzu ha lavorato come bagnino. «Ho imparato allora come si fanno i primi soccorsi. Alla scuola marescialli ho perfezionato le tecniche di intervento in emergenza. Passavano i minuti e il bimbo non dava segni di vita. Ho insistito col massaggio. Sudavo freddo. All’improvviso un leggero movimento del braccio, un alito, un colpo di tosse. Si sentiva già la sirena dell’ambulanza quando ha ripreso a respirare, con affanno. Ho capito che ce l’avrebbe fatta quando ha spalancato gli occhi e ha sorriso. Il regalo più bello per il mio compleanno, che cade proprio domani. E dopo, ho anche ricevuto i complimenti dei comandi provinciali e nazionali». Il maresciallo ha seguito le ambulanze fino alla periferia di Nuoro. Poi è rientrato a Gavoi. «I genitori erano a Gavoi in vacanza, ospiti di parenti. Mangiavano tranquilli, Gabriele ha avuto una crisi improvvisa, forse un rigurgito». All’ospedale confermano: salvato appena in tempo. Sta meglio, è già a casa. Che «per fortuna è a pochi metri dalla caserma — gioisce il sindaco Salvatore Lai — e i carabinieri sono accorsi subito. Un miracolo». Un anno fa Luzzu aveva salvato un ragazzo di 15 anni, caduto in un dirupo.