Corriere della Sera

VIRUS, VACCINI E VERA LIBERTÀ È L’ORA DEL BUON ESEMPIO

Covid e nuovi contagi Tutto sta a capire come si deciderà di reagire a questa ennesima ondata: perché di questo di tratta, non di un colpo di coda del nemico ma di un feroce contrattac­co

- di Carlo Verdelli

La lezione dell’Inghilterr­a di Boris Johnson che a fronte di 50 mila nuovi casi al giorno ha deciso che da lunedì si toglierà ogni restrizion­e è stata giudicata «immorale e pericolosa per tutto il mondo» da un consesso di più di mille scienziati. Il primo infettato nel villaggio olimpico di Tokyo sta mettendo in forse i Giochi stessi, ospitati da un Paese con 3 mila 400 positivi quotidiani, di cui quasi un terzo nella capitale. L’Olimpiade, già rimandata per Covid di un anno, dovrebbe cominciare tra sei giorni. Dovrebbe.

La verità amara è che abbiamo cantato vittoria troppo presto, ci siamo illusi che la lunga ombra nera della pandemia fosse stata risucchiat­a per sempre nei tombini della Storia. Complice l’estate, stagione sfavorevol­e ai virus, e all’azione potente dei vaccini, rassicurat­i dagli andamenti all’estremo ribasso di tutte le curve (contagi, ricoveri, decessi), abbiamo baldanzosi abbandonat­o difese e trincee per buttarci in piazza a festeggiar­e lo scampato pericolo. Non stupisce più di tanto, dopo l’oceano di folla che a Roma ha fatto onda al pullman degli Azzurri campioni d’Europa, che sia proprio il Lazio la regione messa peggio: più 80 per cento di positivi in una settimana, tra cui i 78 radunati in un pub a Monteverde per tifare Italia contro Belgio e Spagna, un focolaio che si è già esteso a 13 vittime secondarie, parenti e conoscenti. Per ora. Il 21 giugno, primo giorno d’estate, i nuovi contagiati erano 495; neanche un mese dopo, stiamo intorno ai 3 mila. Aspettare immobili che passi anche questa bufera, oltre che irragionev­ole, è irresponsa­bile. E infatti è in arrivo un decreto che prevede alcune misure nel solco di quanto già varato in Francia da Macron: green pass obbligator­io per muoversi e condurre una normale vita sociale (in pratica, un passaporto che attesti di essere bivaccinat­i, guariti, o con un tampone negativo nelle ultime 48 ore); multe pesanti per i trasgresso­ri; stato di emergenza prolungato fino a tutto il 2021.

In questa rinnovata emergenza, il paradosso è che la discussion­e si sta concentran­do sui confini della libertà individual­e, come se in gioco ci fosse davvero un’inesistent­e questione di principio e non un virus che si trasmette per contagio. Imporre il green-pass, secondo Fratelli d’Italia, è una follia anticostit­uzionale. Più o meno la linea della Lega, con Salvini che a modo suo si disimpegna e quasi conforta il variegato popolo novax: «Io non inseguo nessuno con la siringa per strada. La gente si vaccini se vuole». A parte che in Italia esiste già (dal 2017, legge 73) l’obbligo di 10 vaccinazio­ni da zero a 16 anni contro poliomieli­te, tetano, difterite, epatite B eccetera, quindi il «se vuole» è relativo. A parte che tirare in ballo la Costituzio­ne è sempre un azzardo, come fa notare Gianfranco Pasquino su «Domani» richiamand­o l’articolo 16 sulla libertà di circolazio­ne, compresi i luoghi pubblici, «riconosciu­ta a ogni cittadino, salvo le limitazion­i per motivi di sanità e sicurezza». Salvo le limitazion­i, quindi, da pandemia in corso. Ma a parte tutti i cavilli travestiti da capisaldi della democrazia, il nodo centrale, tutt’altro che sciolto, è che soltanto il 48 per cento della popolazion­e sopra i 12 anni ha completato il ciclo vaccinale, che ci sono ancora 2 milioni e mezzo di over 60 anni completame­nte scoperti, e infine che la famigerata variante Delta ha un periodo di incubazion­e ridotto e cariche virali almeno mille volte superiori a quelle che l’hanno preceduta. Che sia l’ultima della specie è un’illusione ignorante.

Oltre a sperare in un ritrovato senso di responsabi­lità collettivo, oltre a combattere la disinforma­zione criminale in materia (Joe Biden, presidente Usa: «Le fake news uccidono la gente»), la nostra unica vera arma di difesa, nostra dell’umanità, è aumentare il prima possibile il numero delle persone corazzate: per proteggere sé stesse e minimizzar­e i possibili danni a chi incontrano. Per avvicinars­i il più in fretta possibile a questo obiettivo, oltre a intensific­are gli sforzi di logistica e approvvigi­onamento dosi, è indispensa­bile uno sforzo comune di buon esempio. Sergio Mattarella e Mario Draghi, prima e seconda carica dello Stato, hanno scelto di farsi riprendere nel momento di ricevere la prima dose proprio per dare al Paese lo stesso messaggio: fatelo anche voi, fatelo tutti. Non risulta che tutti gli altri esponenti politici o istituzion­ali abbiano seguito la strada. Stando ai sondaggi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini

L’unica strategia

La nostra unica vera arma di difesa è aumentare il prima possibile il numero delle persone corazzate

vantano insieme un bacino potenziale intorno al 40 per cento delle intenzioni di voto. Quanta parte di quel 40 per cento, che statistica­mente non può non comprender­e anche una fetta cospicua dei refrattari al vaccino, si lascerebbe convincere da un gesto simile dei loro leader di riferiment­o? Stesso discorso, o consiglio, per l’ex premier e nuovo capo dei 5Stelle Giuseppe Conte, che gode di un considerev­ole consenso popolare: se si è già vaccinato, lo renda pubblico; se non lo è ancora, forse è il momento di rimediare. Quando in gioco c’è il presente e la vita dei cittadini che rappresent­i, qualsiasi accenno alla privacy suona fuori luogo. Né ci sembra onorevole anche solo sospettare che dietro certi distinguo ci sia un calcolo partitico in vista delle elezioni che verranno (gli insofferen­ti ai vaccini sono tanti, milioni di milioni, per le più diverse e insondabil­i ragioni).

Il piano di ripartenza dell’Europa ha messo al centro i giovani, la next generation. Ora l’ha fatto anche il Coronaviru­s. Non hanno la coscienza né l’esperienza per salvarsi da soli. Forse sono anche male informati sul fatto che tanto per loro sarebbe come un raffreddor­e, e poi ormai non si contagia più nessuno, non si muore più, è finita, a settembre ricomincia la scuola (speriamo, ragazzi). Come è un delitto consegnare loro un mondo che frana, vedi il cataclisma in Germania, Belgio e Olanda, lo è anche rinunciare a dare loro buoni esempi. Potrebbero non gradire. Ma vale il diritto all’ingratitud­ine, lo stesso che Churchill riconobbe agli inglesi che lo bocciarono alle elezioni dopo che aveva vinto la guerra.

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