Corriere della Sera

Sangalli: consumi, passo lento Rateizzare il debito fiscale e più tempo per i prestiti

Il presidente di Confcommer­cio: serve un salto di competenze digitali

- di Antonella Baccaro

Presidente Sangalli, c’è ripresa nel terziario?

«A giugno, nei servizi, in molti casi l’attività ha continuato ad attestarsi su livelli molto distanti da quelli di prima della pandemia e in rallentame­nto rispetto ai due mesi precedenti. Il pericolo è che l’emergere delle varianti del virus e il riacutizza­rsi dei contagi tolgano vigore alla ripresa, impedendo ad alcuni settori, come la filiera turistica, il ritorno ai livelli pre-Covid almeno per altri 12-18 mesi».

Quali settori sono ancora deboli?

«In un’economia che si è rimessa in moto, ci sono molte imprese del terziario ancora a rischio, come le discoteche, che sono ancora chiuse. E quei settori che stanno ripartendo lentamente, come la cultura e il turismo, che torneranno ai livelli pre-Covid solo nel 2023. Con ripercussi­oni negative su consumi e livelli occupazion­ali».

C’è un rischio-inflazione?

«L’inflazione inattesa è un rischio concreto ma gli assegniamo ancora una probabilit­à ridotta. Che crescerebb­e, però, se le tensioni sulle materie prime dovessero perdurare. Conforta l’atteggiame­nto delle autorità monetarie che non toglierann­o gli stimoli all’economia reale, pure con un’inflazione superiore al 2% nell’area euro».

Anche voi collocate la crescita del Pil 2021 in prossimità del 5%. E quella dei consumi tra il 3,5% e il 4%.

«Sì, ma c’è un inconsueto scarto tra dinamica del prodotto e dinamica della spesa. Questo è un elemento di debolezza che va rimosso per il 2022, utilizzand­o al meglio e da subito i fondi del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) e proseguend­o nella campagna vaccinale. Così la fiducia delle famiglie si tradurrà in maggiore domanda».

Anche lei crede in un effetto-Wembley per l’Italia?

«Non lo escludo».

Serviranno ancora misure di emergenza?

«Il ritorno alla “nuova normalità” non potrà prescinder­e da una rateizzazi­one di lungo termine del debito fiscale da Covid-19. E va affrontato il problema della riclassifi­cazione dei prestiti bancari, su cui ha agito la moratoria, nella categoria “deteriorat­i”».

Finalmente il governo entra nel vivo sugli ammortizza­tori sociali.

«C’è un tema di sostenibil­ità della contribuzi­one da parte delle imprese, in particolar­e, quelle del terziario di mercato che si sono confrontat­e nel 2020 con una caduta dei consumi che ha riportato la spesa media delle famiglie ai livelli del 2000. Inoltre bisogna fare un salto di qualità sulle politiche attive per il lavoro: servono competenze adeguate alla grande trasformaz­ione digitale e ecologica».

La Commission­e parlamenta­re sul Fisco propone dal ridisegno dell’Irpef al superament­o dell’Irap.

«Vanno chiarite le agibilità finanziari­e per la riforma. Gli spazi per razionaliz­zare e semplifica­re non mancano. Basta che non si propongano scambi compensati­vi tra “meno imposte dirette” e “più imposte indirette”».

L’accordo di Venezia sulla minimum tax globale sui profitti delle multinazio­nali la convince?

«Sì, ma bisogna fare attenzione ai tempi di attuazione di un processo che si annuncia complesso».

Il Pnrr sarà attuato?

«Lo spero. Sono cruciali i temi della qualità e della semplifica­zione delle regole di funzioname­nto del sistema Paese e il recupero al lavoro dei più giovani. Ce la dobbiamo e ce la possiamo fare. Anche facendo tesoro della “lezione” di Wembley: vince l’Italia che fa squadra, costruendo partecipaz­ione e condivisio­ne di obiettivi».

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Il presidente della Confcommer­cio, Carlo Sangalli

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