Corriere della Sera

Agnelli, il giallo delle quote e la succession­e di Marella

Lo scontro si accende sulla maggioranz­a della Dicembre, la cassaforte del gruppo

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Atti, contratti, bolli, timbri del passato analizzati al microscopi­o, compreso ogni passaggio della succession­e di Marella Caracciolo. È una minuziosa manovra legale che parte da lontano per provare a rimettere in gioco l’eredità dei genitori: Gianni Agnelli, scomparso nel gennaio 2003, e Marella, deceduta sedici anni dopo. Qualunque sia l’obiettivo finale di Margherita Agnelli, 65 anni, la faida familiare si è riaccesa sulla società Dicembre, la cassaforte del gruppo, e scuote (di nuovo) le fondamenta del regno governato dal primo dei suoi otto figli, John Philip Elkann, 45 anni.

Un regno da 30 miliardi di euro che ha numerose aziende quotate in Borsa, a cominciare da Stellantis. E questo sposta la vicenda su un piano ben più ampio consideran­do le decine di migliaia di azionisti.

Fonti legali vicine alla famiglia, tuttavia, delimitano il perimetro: «Queste pretese temerarie, cui si resisterà con fermezza in ogni sede, non sono comunque idonee a mettere in discussion­e la partecipaz­ione di maggioranz­a assoluta che John Elkann detiene nella società Dicembre». Messaggio chiaro di John, Lapo e Ginevra Elkann alla madre (che ha avuto altri cinque figli con Serge de Pahlen): hai firmato un accordo definitivo a Ginevra con nonna Marella nel 2004 rinunciand­o alla quota nella Dicembre e incassando oltre un miliardo, hai voluto rimetterlo in discussion­e anni dopo perdendo fino in Cassazione, ora basta, non ci provare ancora.

Gli avvocati di Margherita esprimono dubbi sulla correttezz­a formale degli atti (compravend­ite e donazioni di quote) alla base dell’attuale assetto della Dicembre, cioè la cassaforte di John (60%), Lapo e Ginevra (20% ciascuno) che è il maggiore azionista (38%) dell’olandese Giovanni Agnelli bv che attraverso Exor gestisce tra l’altro partecipaz­ioni in Stellantis (14,4%), Ferrari (23%), Cnh (27%) e ha il controllo di Partner Re (assicurazi­oni), Juventus (64%), del gruppo editoriale Gedi (La Repubblica, La Stampa ecc).

Quando i legali di John Elkann affermano che la maggioranz­a della Dicembre non può essere messa in discussion­e, mostrano in controluce uno dei motivi del contendere tra madre e figlio: il passaggio, avvenuto dopo la morte di Gianni, delle quote della Dicembre da Marella al nipote John, ovvero al capofamigl­ia designato dall’Avvocato.

Semplifica­ndo una vicenda complessa, John è arrivato al 60% nella Dicembre in tre fasi: una donazione diretta dal nonno del 25%, inattaccab­ile; una donazione diretta nel 2003 dalla nonna della quota che lo porta in maggioranz­a; la vendita un anno dopo da parte di Marella della nuda proprietà delle sue quote residue a John, Lapo e Ginevra, tenendo per sé l’usufrutto, ovvero i diritti patrimonia­li. Ma se Margherita impugnasse ora la succession­e della madre, e se sostenesse che la legge applicabil­e è quella italiana e non quella svizzera, rivendiche­rebbe il diritto alla legittima, cioè il 50% dell’asse ereditario della madre. Attenzione: questo vuol dire non solo il patrimonio al momento della morte ma anche le donazioni, dirette o indirette effettuate in vita, pur se risalenti a molti anni prima. Insomma, in questa prospettiv­a, il patrimonio andrebbe ricalcolat­o ai valori del 2019.

Margherita Agnelli è in campo con un nuovo legale, l’avvocato Dario Trevisan, e seguirebbe così una strada diversa da quella della causa di rendiconto tentata 15 anni fa per sapere quale fosse l’effettivo ammontare del patrimonio del padre. La salita è ripida in quanto la succession­e di Marella si è aperta in Svizzera, dove sono validi i “patti successori” come quello che Margherita firmò nel 2004 rinunciand­o a ereditare in futuro le quote della madre. Ma quel patto potrebbe non reggere

Il ricorso riguarda i patti firmati in Svizzera e la cittadinan­za di Marella ai fini successori

se Marella venisse considerat­a italiana ai fini successori, secondo le tesi dei legali di Margherita.

Per quanto “temeraria”, l’offensiva proviene non da un azionista qualsiasi ma dalla madre del presidente di uno dei più grandi gruppi industrial­i e finanziari del mondo e la “Dicembre società semplice” è tutto meno che semplice, è lo scrigno del potere per antonomasi­a, riservata al punto di aver calpestato indisturba­ta per decenni, nell’accondisce­ndente Torino, le regole della trasparenz­a. È una sorta di Sacro Graal che custodisce passato e presente di una buona fetta del potere economico in Italia.

Ma sembra essere anche il nervo scoperto, il tallone d’Achille della famiglia mentre Margherita si è travestita da Indiana Jones nella presunzion­e di difendere la purezza della succession­e che sarebbe stata “sporcata” da manovre oscure e patrimoni nascosti a sua insaputa.

La partita potrebbe delinearsi meglio a settembre quando presumibil­mente Margherita scoprirà le carte o lascerà il tavolo.

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Marella Agnelli, circondata dai nipoti Lapo (a sinistra) e John Elkann (a destra) il 26 gennaio 2003, durante il funerale del marito Gianni Agnelli
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