«È tutta colpa di Biden» «No, dipende da Trump» I partiti divisi sugli Usa
Critiche a Di Maio per le foto al mare di Ferragosto
C’è chi prende di mira Donald Trump e c’è chi si scaglia contro Joe Biden. Qualcuno invece accusa entrambi. La politica italiana si divide su quanto sta succedendo in Afghanistan, soprattutto sulla decisione, per alcuni prematura, di lasciare Kabul da parte degli Stati Uniti. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è perentoria: «È un fallimento dell’intero Occidente causato dalla disastrosa gestione del disimpegno dall’Afghanistan maldestramente completato dall’amministrazione Biden. Il tutto nel quasi totale silenzio dei sedicenti paladini delle libertà». Segue in scia l’azzurra Licia Ronzulli: «Biden non rimpiange la scelta di aver ritirato le truppe dall’Afghanistan. Non rimpiange di aver buttato venti anni di sacrifici, sangue, vite umane e ingenti somme in soli venti giorni. Tempo in cui l’orologio della storia è tornato indietro di vent’anni». Il leghista Roberto Calderoli, invece, la mette così: «Quando accade quello che sta accadendo in Afghanistan, dove la situazione precipita nel giro di pochi giorni e non di mesi come preventivato, si deve per forza pensare che la pavida ritirata delle truppe occidentali sia stata una coglionata gigantesca, ma occorre anche chiedersi il fatidico “cui prodest” uno Stato islamico talebano, estremista e radicale, in Afghanistan? Ho qualche idea, che porta a estremo Oriente».
Alessandro Alfieri, capogruppo in commissione Esteri del Pd, accusa Trump: «L’amministrazione Trump ha compiuto un grave errore quando nei negoziati con i talebani a Doha non ha vincolato il ritiro dei militari della coalizione internazionale alla definizione dei nuovi assetti di governo e al rispetto dei più elementari diritti sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite». Nicola Fratoianni di Sinistra italiana attacca tutti: «Le reazioni in Italia che hanno accompagnato l’inarrestabile e veloce avanzata dei talebani in Afghanistan hanno un sapore ipocrita e un po’ indecente. È l’ipocrisia e l’indecenza di chi venti anni fa appoggiava con una quasi unanimità parlamentare e in modo assolutamente acritico la cosiddetta “guerra umanitaria”, l’esportazione della democrazia, le bombe come soluzione politica».
A fare discutere è anche una foto di Luigi Di Maio diventata virale sui social in queste ore. Il ministro degli Esteri, in vacanza in Puglia, è stato immortalato in spiaggia mentre parla con Francesco Boccia e Michele Emiliano e per questa ragione duramente attaccato. Tutto quando i nostri connazionali erano ancora bloccati a Kabul (e molti lo sono ancora). «Ma meno male che questo trust di cervelli è al mare nell’impossibilità di fare danni. Sono i benefici del Ferragosto. Lasciamo le cose come stanno», sferza su Twitter Carlo Calenda. A non essere tenera è anche Maria Elena Boschi: «Il ministro degli Esteri deve lasciare la spiaggia e venire in Parlamento per una informativa urgente. È in gioco la vita di milioni di persone, ma anche la dignità dell’Occidente».