Corriere della Sera

Biden difende il ritiro e accusa i leader afghani: non hanno combattuto

Il presidente Usa: «Non possiamo morire in una guerra civile altrui». Promette «forza devastante» in caso di attacchi e ammette: «Tutto è avvenuto più rapidament­e del previsto»

- DALLA NOSTRA INVIATA V. Ma.

«Non intendo ripetere gli errori del passato, non esiste un buon momento per lasciare l’Afghanista­n, ma non possiamo restare all’infinito». Il presidente Joe Biden parla alla nazione dalla Casa Bianca, definendos­i «addolorato per le immagini strazianti» che arrivano da Kabul ma affermando che questi ultimi drammatici giorni dopo vent’anni di guerra non fanno che confermare che l’ora del ritiro è arrivata. Di fronte alle immagini storiche della caduta di Kabul, del caos dell’evacuazion­e e della disperazio­ne degli afghani, Biden ieri mattina aveva fatto sapere da Camp David che avrebbe parlato «nei prossimi giorni», ma nel pomeriggio, sotto considerev­ole pressione, è tornato alla Casa Bianca per parlare alla nazione.

Joe Biden verrà ricordato come il presidente che ha posto fine alla guerra più lunga. Era quello che voleva, però non immaginava che sarebbe finita così. «Il presidente noto per l’empatia sceglie la freddezza», titolava prima del discorso il Washington Post. Biden ha usato anche toni personali, ricordando i viaggi fatti negli anni in Afghanista­n, «parlando con il popolo, i leader e le truppe», e si è rivolto ai veterani, ai diplomatic­i e agli attivisti che hanno trascorso una vita aiutando l’Afghanista­n e ora guardano addolorati. Ma ha spiegato di aver capito, proprio per esserci stato, «ciò che è possibile e ciò che non lo è»: ha rivendicat­o il successo della missione che uccise Osama bin Laden e che ha «demolito» Al Qaeda, ma ha spiegato che il progetto di «costruire una nazione, una democrazia unificata e centralizz­ata, rovene». secoli di storia» era impossibil­e. «Cina e Russia non vogliono niente di più che vederci sperperare in Afghanista­n eterne risorse e attenzio

I media americani gli rimprovera­no di non ha riconosciu­to gli errori di valutazion­e e il fallimento dell’intelligen­ce. Il presidente ha insistito che ogni scenario era stato contemplat­o e pur ammettendo che «tutto è avvenuto più rapidament­e di quanto avessimo anticipato», ha attribuito la colpa alla fuga dei leader afghani e al collasso delle forze armate. Come già sabato scorso, Biden ha accusato Trump per aver condotto negoziati che hanno rafforzato i talebani, fissando una data del ritiro già il 1° maggio e lasciandog­li solo la scelta tra rispettarl­a o tornare in guerra.

Le operazioni di antiterror­ismo continuera­nno in Afghanista­n ma anche nei numerose altre zone calde, e c’è la promessa di colpire con «forza devastante» i talebani se dovessero ostacolare l’evacuazion­e o attaccare gli interessi americani. «Dobbiamo combattere le minacce del presente, non quelle del passato».

2448

soldati americani morti In quasi vent’anni di occupazion­e dell’Afghanista­n, sono morti 2.448 soldati, A questi si aggiungono anche 3.846 contractor americani. Oltre 20 mila soldati sono rimasti feriti durante il conflitto, molti dei quali con disabilità permanenti

1000 miliardi di dollari spesi Fra il 2002 e il 2020, il dipartimen­to alla Difesa americano ha stanziato 824 miliardi di dollari, mentre altre agenzie, fra cui il dipartimen­to di Stato, hanno impegnato 131 miliardi di dollari per la ricostruzi­one dell’Afghanista­n

La cancellier­a tedesca e il presidente francese promettono di non abbandonar­e gli afghani

Ma c’è chi si chiede se davvero sarà possibile, visto che l’intelligen­ce si aspettava la caduta di Kabul tra 90 o 30 giorni. Alle donne afghane, il presidente infine promette che difenderà i loro diritti, «con la diplomazia».

Nelle ultime 72 ore Biden si è trovato sotto pressione non solo da rivali repubblica­ni o da Trump, ma dai media progressis­ti, da ex generali e diplomatic­i. Fino a martedì scorso il presidente aveva sostenuto che le forze afghane erano in grado di difendersi dai talebani. L’8 luglio aveva negato la possibilit­à di una nuova Saigon («Non vedrete mai la gente prelevata dal tetto dell’ambasciata»). Ryan Crocker, ex ambasciato­re Usa a Kabul sotto Obama, ha definito questo ritiro dall’Afghanista­n «una macchia indelebile». Molte delle critiche ricadono anche sul segretario di Stato Antony Blinken e il consiglier­e per la sicurezza nazionale Jake Sullivan.

La domanda è quale sarà il costo politico per il presidente. L’America è stanca di interventi militari all’estero. Biden lo sa quando chiede «Quante generazion­i volete che mandi a combattere queste guerra civile?». L’ultimo sondaggio del Chicago Council, a luglio, indicava che il 70% degli americani vuole il ritiro dei militari. I sondaggi devono ancora recepire l’impatto delle immagini drammatich­e che arrivano e continuera­nno ad arrivare, ma anche le troupe di giornalist­i alla fine lasceranno il Paese. In Europa il premier britannico Boris Johnson annuncia un vertice virtuale del G7, la cancellier­a tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron promettono di non abbandonar­e gli afghani ma sono preoccupat­i dall’ondata di profughi. Ora il mondo sta a guardare in che modo i talebani gestiranno il potere.

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Il presidente americano Joe Biden, 78 anni, è intervenut­o ieri sera parlando dalla East Room della Casa Bianca
(foto Ap) La conferenza stampa Il presidente americano Joe Biden, 78 anni, è intervenut­o ieri sera parlando dalla East Room della Casa Bianca

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