Il concerto di Salmo senza mascherine diventa un caso
Fedez: «Non sei un artista». De Gregori: «Porta attenzione alla musica». La procura apre un’inchiesta
«Sono disposto a farmi arrestare pur di suonare dal vivo». Parole, quelle di Salmo, che rischiano di diventare profetiche. Perché l’esibizione gratuita a sorpresa del rapper venerdì scorso al molo di Olbia ha richiamato migliaia di fan senza distanziamento e senza mascherine. Un maxi-assembramento che ha scatenato critiche e polemiche nonostante la «nobiltà» delle intenzioni: sostenere una raccolta fondi per la Sardegna devastata dagli incendi.
Le prime critiche sui social sono arrivate a Salmo da Alessandra Amoroso («Qualcosa è andato davvero storto…») e Fedez: «Avete sputato in faccia a migliaia di onesti lavoratori dello spettacolo che quest’anno cercano di tirare avanti con immensi sacrifici rispettando le regole». E mentre la procura di Tempio Pausania sabato ha aperto un’inchiesta (contro ignoti per ora) per indagare come si sia potuto tenere un concerto in barba alle disposizioni anti-Covid, ieri sui social Salmo ha spiegato che l’evento è stato organizzato per protesta contro le «regolette patetiche» e «ridicole» che «ha imposto lo Stato»: «Perché dentro il concerto ti devi comportare in una certa maniera poi esci dal recinto e fai il ca... che ti pare. E allora non va bene. Non definitevi artisti se non avete le palle di infrangere le regole». Salmo, che prima di esibirsi aveva fatto un appello perché tutti si vaccinino, ha poi precisato che i permessi per il palco a Olbia erano stati chiesti annunciando il nome di un artista sconosciuto per non destare sospetti. Quindi l’affondo a Fedez: «Mi stai sul ca...! Però penso che tu sia bravissimo come politico».
La replica via Instagram dell’interlocutore non si è fatta attendere: «Tutto è politica quando coinvolge la vita e il lavoro dei cittadini. Non mi ha stupito che non hai rispettato le regole, mi ha stupito che non hai rispettato le persone. Se non sei disposto a mettere da parte le tue antipatie personali per il bene del Paese, di chi ascolta la tua musica e viene ai tuoi concerti e di chi lavora perché tu possa esibirti dal vivo non sei un artista sei uno str...».
Molti gli artisti intervenuti nel dibattito. Francesco De Gregori su Instagram si è detto «grato» a Salmo «per aver richiamato l’attenzione sul fatto che per una partita di calcio si possa stare in 15.000 in uno stadio mentre per i concerti all’aperto c’è un limite di 1.000 persone sedute e distanziate».
Ultimo ha puntualizzato invece che «il problema dei concerti è che nessuno si prende la responsabilità di decidere cosa fare e come farlo». Per Morgan «ha ragione Salmo: uno Stato che non valorizza la cultura è uno Stato fallito». Di diverso avviso Motta, che afferma: «Trovo che al giorno d’oggi forse rispettare le regole sia diventato molto più punk di qualsiasi altra cosa».
Anche Assomusica, associazione che rappresenta parte degli organizzatori e produttori di musica in Italia, ha preso posizione condannando «episodi del genere, che danneggiano soprattutto gli organizzatori di concerti che lavorano con serietà, rispettano le regole sulla sicurezza e a tutela della salute del pubblico». Una posizione condivisa anche da Bauli in Piazza, movimento che raccoglie i lavoratori dello spettacolo: «Riteniamo che le regole debbano sempre essere rispettate — hanno scritto sui social —, altrimenti diventa lecita qualsiasi azione che abbia il fine di raccogliere fondi».