Corriere della Sera

Navi ong, Salvini (e Forza Italia) vanno in pressing sul Viminale

Il leghista contro Lamorgese per gli sbarchi. Attesa per un incontro a tre con Draghi

- Paola Di Caro

ROMA Mentre l’Europa si prepara ad affrontare il dramma della prevedibil­e fuga dall’Afghanista­n e dell’accoglienz­a che si dovrà assicurare a chi chiederà asilo e protezione, è ancora polemica sul tema dei migranti arrivati o in arrivo via mare da Libia e Tunisia.

All’attacco va ancora una volta Matteo Salvini, che riprende i dati forniti dal Viminale sugli sbarchi: «Ad oggi sono 34.455, più di quelli registrati in tutto il 2020 (34.154) e il triplo di quelli del 2019 (11.471)». E lancia l’allarme: «Gli arrivi non si fermano, visto che ci sono due navi ong cariche di clandestin­i pronte a far rotta verso l’Italia: una di queste batte bandiera norvegese e ha 214 persone a bordo. Mi aspetto che i ministri dell’Interno e degli Esteri si diano una mossa e chiamino Oslo. L’Italia non è il campo profughi d’Europa».

Il leader della Lega — in attesa che il premier lo riceva a Palazzo Chigi assieme alla ministra dell’Interno per un incontro a tre che auspica da giorni, ma che Mario Draghi ancora non ha fissato — si riferisce a due navi, la norvegese Geo Barents ora al largo di Malta e quella della Onlus ResQ People, sulla quale lavora anche Cecilia Strada. I presidenti onorario e operativo Gherardo Colombo e Luciano Scalettari si appellano alle autorità perché venga dato «immediato conforto» ai migranti, fra i quali minori e donne, mentre il sottosegre­tario all’Interno, sempre leghista, Nicola Molteni, dice no e denuncia il «sovraffoll­amento e le condizioni molto critiche» del centro di primo soccorso di Lampedusa. Sulla stessa linea Giorgia Meloni (FdI), che invoca «una missione europea» per bloccare le partenze in Libia, mentre da FI si leva la voce preoccupat­a di Annamaria Bernini, secondo la quale il flusso è destinato ad aumentare ed «è inutile girarci intorno: sulla politica migratoria il cambio di passo col nuovo governo non c’è stato» per una serie di fattori geopolitic­i e per la colpevole assenza dell’Europa.

Dal Viminale non arrivano risposte ufficiali ma è quasi certo che si opererà mettendo prima in sicurezza i naufraghi sulle navi militari, dove saranno sottoposti a test Covid e quarantena, e poi si cercherà di distribuir­e i migranti in piccoli gruppi su tutto il territorio. D’altronde, come ha fatto notare Lamorgese, di tutte le navi Ong bloccate «non una è tornata indietro. Non mi risulta. I migranti sono tutti entrati nel circuito dell’accoglienz­a», pure quando era ministro Salvini.

Il tutto mentre si discute appunto di profughi dall’Afghanista­n: Roberto Calderoli, per la Lega, si dice «disponibil­e ad aprire corridoi umanitari» ma «prima si svuotino gli hotspot che ora sono pieni di migranti che vengono da Paesi come la Tunisia o l’Egitto dove non c’è una guerra».

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