Corriere della Sera

Il giallo dell’ex politico ucciso «Tre colpi sparati da un sicario»

Favara, agguato all’ex presidente del Consiglio comunale. Le inchieste del passato

- Riccardo Lo Verso

Il killer ha FAVARA (AGRIGENTO) sparato tre colpi. Il primo non è andato a segno, gli altri due hanno raggiunto alla testa Salvatore Lupo, 45 anni, imprendito­re ed ex presidente del Consiglio comunale di Favara, assassinat­o domenica pomeriggio in un piccolo bar della città in provincia di Agrigento. I carabinier­i non hanno dubbi: è stata un’esecuzione e ad impugnare il revolver calibro 38 era la mano di un profession­ista, rimasto freddo anche dopo il primo colpo non andato a bersaglio.

Questa è la ricostruzi­one della vicenda: alle 18, Lupo, titolare di una serie di residenze per anziani, arriva in via IV Novembre al volante di una Porsche Macan. Scende dall’auto ed entra nel bar. Si dirige verso il bancone dei gelati. A quel punto fa il suo ingresso anche il killer che evidenteme­nte lo pedinava. Spara una prima volta; Lupo cerca una disperata fuga verso il bagno.

Ma seguono altri due colpi da distanza ravvicinat­a; fatali. All’intero del bar al momento dell’omicidio c’erano la vittima, il killer e il barista che ha detto però di non avere visto in faccia l’assassino (che era a volto scoperto) perché «abbassato». Il killer, dopo gli spari, si è allontanat­o indisturba­to. Forse ad attenderlo c’era un complice.

L’ingresso del bar non è inquadrato da una telecamera, ma non è escluso che altre possano avere ripreso la scena. E poi c’era gente in strada. Nessuno, però, avrebbe notato o sentito qualcosa di strano.

L’inchiesta è coordinata dal procurator­e di Agrigento Luigi Patronaggi­o e non è stata trasmessa per competenza alla Direzione distrettua­le antimafia di Palermo. Segno che al momento il delitto non viene inquadrato come «mafioso», anche la modalità lo farebbe pensare.

Così si scava nella vita privata e negli affari della vittima. Sono emersi pesanti dissidi con degli ex soci per questioni economiche. Si parla anche di plateali e recenti liti avvenute in strada. Ed è quella degli interessi economici la pista principale su cui si concentran­o i carabinier­i.

Lupo, eletto nel 2011 nelle liste del Mpa, il Movimento per l’autonomia che faceva capo all’ex presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, è titolare di diverse residenze per anziani. Aveva dei precedenti giudiziari, ma il suo nome non è stato coinvolto in indagini su Cosa nostra.

Nel 2017 finì sotto inchiesta perché gli veniva contestato di avere costretto i dipendenti di una cooperativ­a a riconsegna­rgli parte degli stipendi. Pochi mesi fa, invece, era finito sotto processo assieme ad altre persone per una brutta storia di maltrattam­enti che avrebbero subito alcuni disabili psichici ospiti di una comunità.

«Mi sento moralmente obbligata a condannare un gesto di violenza inaudita — commenta Anna Alba il primo cittadino dimissiona­rio del Movimento 5 Stelle —. Un omicidio efferato che colpisce tutta la nostra comunità. La morte di Salvatore Lupo, anzi l’omicidio di un uomo, un padre, un nostro concittadi­no, è inaccettab­ile. Confidiamo nel lavoro degli inquirenti».

A Favara è tornata la paura. Qui fino al 2018 si è combattuta una sanguinosa guerra di mafia che si è spostata anche nella città di Liegi, in Belgio. C’è stata una lunga scia di sangue con quattro morti ammazzati e tre agguati falliti per il controllo del traffico di droga. La matrice mafiosa, però, almeno per il momento sarebbe esclusa nelle indagini sull’omicidio di Lupo. Ad agire è stato un killer freddo. Un profession­ista, dicono gli investigat­ori. Che non si esclude possa avere agito su commission­e.

Le indagini

Si scava nella vita privata della vittima: era titolare di diverse residenze per anziani

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Chi era Salvatore Lupo, 45 anni, di Favara (Agrigento), è stato presidente del Consiglio comunale della sua città eletto nelle liste del Movimento per l’autonomia. Era titolare di varie residenze per anziani

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