Corriere della Sera

FORMAZIONE E LAVORO SONO IL BENE COMUNE

-

Educazione Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedica a questi temi significat­ivi capitoli, occorre lavorare analiticam­ente perché siano realmente investimen­ti e non solo spesa

«UPubblichi­amo un intervento dell’Intergrupp­o Parlamenta­re per la Sussidiari­età, nato per unire oltre 200 tra deputati e senatori di tutti gli schieramen­ti politici. È firmato dal Presidente Maurizio Lupi e dai parlamenta­ri Fabio Rampelli, Ettore Rosato, Valentina Aprea, Alessandro Cattaneo, Graziano Delrio, Paola Frassinett­i, Maria Chiara Gadda, Paolo Lattanzio, Simona Malpezzi, Luigi Marattin, Fabio Melilli, Antonio Palmieri, Massimilia­no Romeo, Gabriele Toccafondi.

n nuovo patto (senza muri) sul bene comune». Si intitolava così il primo manifesto dell’Intergrupp­o parlamenta­re per la sussidiari­età pubblicato dal Corriere della Sera nel 2018. Dicevamo allora, di fronte alle conseguenz­e della crisi economico-finanziari­a, che le classi dirigenti avevano la responsabi­lità di convergere verso un nuovo patto per il bene comune. Segnalavam­o come esempio da imitare il clima di collaboraz­ione politica e sociale dell’Italia del Dopoguerra, quella del miracolo economico, frutto della «propension­e alla coesione sociale».

Troviamo ora sintonia con le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi al Parlamento, quando ha parlato di «senso di responsabi­lità delle forze politiche […] alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti». «Oggi – ha continuato - noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilit­à, o meglio la responsabi­lità, di avviare una Nuova Ricostruzi­one». Non ci interessa piazzare bandiere, ma sottolinea­re un metodo: la volontà imperterri­ta di dialogo contro ogni tentazione di coltivare solo l’interesse di parte.

Il dialogo è innanzitut­to per individuar­e i campi di azione comuni sui quali convergere per proposte costruttiv­e, a prescinder­e da appartenen­ze o dal sostegno o meno al governo.

L’Intergrupp­o — che si è ultimament­e concentrat­o su due questioni per noi centrali: educazione/formazione e lavoro — dal 2003 cerca di testimonia­re come la forza del dialogo costruisca il bene comune e ridia dignità alla politica.

Due nostre proposte di legge sono divenute realtà: quella sull’uso delle competenze non cognitive nella didattica verrà votata dalla Camera a settembre e, vista la pluralità dei sottoscrit­tori, tutto porta alla sua approvazio­ne; quella «capitale umano 4.0» (agevolazio­ni alle aziende per la formazione dei dipendenti) è diventata un emendament­o al decreto Sostegni bis, approvato il 22 luglio.

L’educazione è la sfida cruciale, scrivevamo nel 2018. Ciò che era importante fare allora, oggi — dopo quasi due anni di faticosa didattica a distanza — è diventato ineludibil­e. Il Covid non ha generato l’emergenza educativa, l’ha aggravata, esasperand­o disuguagli­anze già presenti e facendone emergere di nuove.

Così come si è aggravato il disallinea­mento tra richiesta del mondo produttivo e competenze di chi esce dal sistema formativo, come sottolinea il Rapporto 2021 della Fondazione per la Sussidiari­età (il cui apporto scientific­o è decisivo e imprescind­ibile per l’Intergrupp­o, oltre al contributo tecnico di PwC): «Ad aprile 2021 — dati Istat — 488mila persone cercavano lavoro e, contempora­neamente, le imprese chiedevano circa 243mila lavoratori che non riuscivano a trovare».

Le imprese suppliscon­o con la formazione interna, questo non va bene a loro né può andare bene al sistema educativo di un Paese che non può vedere sprecate così le risorse che vi investe. Occorrono interventi struttural­i e normativi che prendano spunto dalle tante esperienze positive di raccordo e interazion­e tra scuola e lavoro che già esistono, anche al fine di far maturare le imprese, in fatto di congruità ed eticità delle proposte, soprattutt­o per i giovani ancora vittime di un precariato, lavorativo ed esistenzia­le, oramai insostenib­ile.

Segnaliamo, infine, un tema che una «Repubblica fondata sul lavoro» non può più eludere e che dovrà vederci impegnati per la ricerca di soluzioni comuni: il conflitto tra lavoro e famiglia per le donne italiane non è mai stato risolto.

Con quali strumenti affrontare questi bisogni?

Uno è a portata ed è un’occasione da non sprecare: il Pnrr dedica a istruzione, formazione e lavoro significat­ivi capitoli, occorre lavorare analiticam­ente e puntualmen­te perché siano realmente investimen­ti e non solo spesa.

Il secondo è tra i più bistrattat­i della nostra vita pubblica: i partiti. Eppure sono indispensa­bili. Di questo vogliamo discutere nel nostro tradiziona­le appuntamen­to al Meeting di Rimini, con due incontri: «L’Europa del Recovery plan. Next generation Eu», nel quale ci confronter­emo con il commissari­o europeo all’Economia Paolo Gentiloni, e «Il ruolo dei partiti nella democrazia oggi» a cui parteciper­anno i leader dei principali partiti italiani.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy