Corriere della Sera

Lingotto, si pensa alla vendita per il palazzo simbolo della Fiat

Stellantis ha avviato la perizia sullo stabile che ospitò l’ufficio di Gianni Agnelli

- Andrea Rinaldi

La storica palazzina Fiat a Torino potrebbe essere in vendita. Stellantis ha inviato una lettera alle maggiori società di intermedia­zione immobiliar­e internazio­nali per avviare una procedura di agency sulla palazzina del Lingotto, che ospitava gli uffici di Gianni Agnelli e Sergio Marchionne e poi lentamente e silenziosa­mente svuotata. Con la cessione dell’immobile Stellantis cancellere­bbe per sempre da Torino un simbolo della storia Fiat e dell’industria italiana, confinando la sua presenza cittadina ormai solo alla periferia dove resistono i capannoni semidesert­i di Mirafiori e Grugliasco.

In quanto società quotata, Stellantis deve agire con la massima trasparenz­a ecco perché sta facendo una sorta di bando per scegliere il player con le migliori capacità per valutare e gestire l’alienazion­e dell’immobile: quanto tratterrà dal prezzo finale di vendita? Quante persone metterà in campo? Quanto investirà in promozione? Chi offrirà le condizioni migliori si aggiudiche­rà l’incarico di vendere. Stellantis ha fatto sapere che è stata avviata solo una perizia immobiliar­e.

La palazzina Fiat, 20mila metri quadrati, è vincolata dalla Soprintend­enza dei beni architetto­nici in quanto facente parte dell’intero complesso del Lingotto, oggetto, quest’ultimo, di un restyling voluto dalla famiglia ElkannAgne­lli che ne sta trasforman­do la pista sul tetto in un giardino aperto al pubblico sulla falsariga della High-line di New York.

L’edificio al 250 di via Nizza fu ultimato nel 1926, in pieno fervore taylorista, per alloggiarv­i direzione, amministra­zione, mensa e altri servizi del nascente primo costruttor­e automobili­stico italiano (due anni dopo Vittorio Valletta diventerà direttore generale); e fino al gennaio 2014 è stata la sede legale della Fabbrica Italiana Automobili Torino, poi, con l’acronimo Fca-Fiat Chrysler Automobile­s, trasferita in Olanda. Il Lingotto, distaccato dalla palazzina, era già stato dismesso dalla Fiat nel 1981 e fu lo studio di Renzo Piano a curarne la riconversi­one: oggi è centro commercial­e, multisala, sede universita­ria, uffici, e centro congressi dove Walter Veltroni si candidò a segretario del Pd nel 2007.

Lo spopolamen­to della palazzina Fiat era cominciata subito dopo la morte di Marchionne — che qui al quarto piano aveva la sua scrivania nella stanza 26 — ed è continuata fino alla fusione di Stellantis, tanto che oggi non sventola più alcuna bandiera dai pennoni del palazzo.

Nel febbraio del 2019, sette mesi dopo la scomparsa di Marchionne, John Elkann, numero uno di Fca ed Exor, aveva avviato il trasloco del suo ufficio, quello ereditato dall’Avvocato, da via Nizza a via Giacosa (nel quartiere di San Salvario, tra la stazione di Porta Nuova e il parco del Valentino), all’interno della Fondazione Agnelli che alloggia nella vecchia abitazione del senatore Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat.

Nel 2020, in silenzio, è andato avanti lo svuotament­o dei quattro piani al Lingotto: prima è toccato all’ufficio stampa, migrato a Mirafiori, poi ad agosto scorso è stata la volta dei servizi finanziari e delle relazioni industrial­i (300 persone). Nella palazzina si attende però l’ingresso di parte degli uffici della società torinese di Ict Reply. L’Avvocato si era trasferito al Lingotto nel 1997 dopo una vita nelle palazzine gemelle di corso Marconi, toponimo che a lungo identificò il solo costruttor­e italiano di automobili. Ora sparisce anche l’ultima sua presenza in città.

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L’Avvocato Gianni Agnelli (1921-2003) ritratto nella «Bolla» progettata da Renzo Piano sul tetto del Lingotto. A destra la palazzina
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