E il giovane arrabbiato si scoprì teologo (arrabbiato)
L’editore Carbonio traduce per la prima volta in Italia «Religione e ribellione» di Colin Wilson, affermatosi nel 1956 con «L’outsider»
Colin Wilson è ricordato, accanto a John Osborne e ad Harold Pinter, come espressione del movimento degli Angry Young Men, i «giovani arrabbiati» che negli anni Cinquanta del secolo scorso incendiarono la scena letteraria britannica con il loro atteggiamento anarcoide e critico dell’establishment politico e culturale.
Il primo libro e maggior successo di Wilson (nato a Leicester nel 1931 e scomparso a Saint Austell, in Cornovaglia, nel 2013), L’outsider, apparso nel 1956 e subito tradotto in una dozzina di lingue (l’anno scorso in Italia l’ha pubblicato Atlantide), scolpiva una serie di ritratti di intellettuali nati e vissuti tra l’Ottocento e il Novecento, da Fedor Dostoevskij e Friedrich Nietzsche a Vincent van Gogh e Franz Kafka, caratterizzati dalla loro condizione di più o meno volontaria marginalità rispetto alla società, ma proprio per questo capaci di «vedere troppo e troppo lontano», aprendo così nuove strade per la conoscenza e per la libertà dell’uomo.
L’anno successivo Religione e ribellione, ora proposto per la prima volta in traduzione italiana da Carbonio Editore nella versione di Nicola Manuppelli, non ebbe analogo successo, anzi ricevette feroci stroncature.
In un’Inghilterra precocemente avviata verso la secolarizzazione e dove di lì a poco il vescovo anglicano John Robinson proclamerà la «morte di Dio» dalle colonne di un giornale come l’«Observer», sconcertò la scelta di Wilson di presentare una nuova galleria di ritratti, questa volta però di outsider religiosi, a partire dal grande mistico protestante Jacob Böhme, nato nel 1575, quando cioè il mondo moderno aveva iniziato a prendere forma.
Appunto il declino della civiltà occidentale moderna è ciò che Wilson intendeva denunciare, smascherandone la riduzione materialistica e il conformismo che omologa comportamenti, attese e motivazioni esistenziali, attraverso lo specchio di quanti, profeti e mistici, hanno avuto il coraggio di oltrepassare il confine della mera esperienza mondana.
Certo, la religione di Wilson non è quella delle istituzioni ecclesiastiche, ma neppure una semplice forma di gnosticismo solipsistico; al contrario, è il tentativo di organizzare una parte del mondo, non importa quanto piccola, che possa riflettere la ricchezza del mondo interiore di chi è capace di scoprire come la libertà non sia di «questo mondo».