Medici, giornalisti, politici, cantanti La lista sempre più lunga dei bersagli
Anche Meloni e Salvini presi di mira dopo aver fatto il vaccino Speranza tra i primi destinatari di avvertimenti pesantissimi
L’insulto più lieve è «infami». Ma il grosso è composto da frasi così: «Vi vogliamo sulla forca». O anche: «Verremo a prendervi», «guardatevi le spalle», «il problema sarà solo quello di smaltire i corpi». I bersagli sono politici di destra e sinistra, dal leader della Lega Matteo Salvini al ministro della Salute Roberto Speranza. Poi sindaci, assessori, giornalisti, virologi di fama e medici di base, giornalisti, insegnanti. Tutti presi di mira dal mondo dei più violenti tra i No vax, in un clima sempre più esasperato. Eloquente il caso dell’infettivologo Matteo Bassetti inseguito e minacciato domenica sera da un uomo che gli ha urlato «Ci ucciderete tutti con questi vaccini! La pagherete!».
Non mancano le aggressioni. È successo domenica alla giornalista Antonella Alba, di
Rai News 24 inviata alla manifestazione, a Roma, dei No green pass alla quale erano presenti anche esponenti di Forza Nuova. Prima le hanno gridato «giornalista terrorista» e poi, strappandole il microfono, le hanno procurato lividi ed escoriazioni. Peggio è andata lunedì, sempre nella Capitale, al cronista di Repubblica Francesco Giovannetti, centrato da «quattro o cinque cazzotti» — davanti al ministero dell’Istruzione durante un altro sit in No green pass — da uno che ha mimato il gesto di sgozzarlo per poi prenderlo a pugni. Scena non troppo diversa da quella vista a Milano dove, domenica, nel corso di un corteo No vax, un gruppo di persone ha travolto un gazebo grillino, spintonando gli attivisti al grido di «venduti».
Minacce che arrivano imbrattando i muri, via mail, indirizzate dai social. O che compaiono sulla famigerata e diffusissima chat di Telegram «Basta dittatura!» dove accanto a nomi e cognomi sono stati pubblicati indirizzi accompagnati da raffiche di insulti e
minacce. L’elenco è lunghissimo ed è nelle mani della Digos.
Il 24 luglio nel mirino del gruppo è finito Salvini appena vaccinato e lo stesso è successo alla presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che aveva appena annunciato la stessa intenzione: «sparite», «collaborazionisti», «ci ricorderemo di voi» sono tra le parole e le frasi meno cruente. Fra i primi a essere preso di
mira da avvertimenti pesantissimi è stato il ministro Speranza che tra l’ottobre 2020 e il gennaio 2021 ha ricevuto — da quattro persone tra i 35 e i 55 anni poi denunciate — messaggi online di questo tipo: «Invece che il lockdown ti ammazziamo la famiglia, affami l’Italia, prima o poi ti spelliamo vivo», «Sei da schiacciare, da calpestare, da odiare e da ammazzare appeso a testa in giù».
L’odio No vax si indirizza inevitabilmente sui virologi. Fabrizio Pregliasco, professore alla Statale di Milano, parla di «telefonate anonime, insulti via sms, auguri di morte violenta via mail» e ora ammette «di guardarsi attorno con più timore».
«Lettere d’insulti, nulla di più», anche per Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’Ircss Mario Negri, preoccupato semmai «da una situazione anomala e assai spiacevole». Massimo Galli, primario di Malattie infettive al Sacco di Milano, racconta di «attacchi poco piacevoli, ma non ne ho mai parlato per evitare seguiti». Su «Basta dittatura!» è comparso anche il domicilio di Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza, per il quale la chat è «un’associazione a delinquere finalizzata al terrorismo».
Infine chi sta in «prima linea»: per aver parlato di vaccinazioni alle famiglie il preside del liceo Buonarroti di Monfalcone di Gorizia ha ricevuto un proiettile a casa. Ha ricevuto la foto di un bossolo (assieme a minacce) anche il rapper J-Ax, guarito dal Covid e convinto Pro vax.
Il preside di Gorizia
Un proiettile a casa al preside del liceo Buonarroti di Gorizia dopo aver parlato di vaccinazione alle famiglie