Corriere della Sera

Il Pd all’attacco: «Alleati inaffidabi­li». Si attende la convocazio­ne della cabina di regia Alta tensione sul green pass

La Lega ritira gli emendament­i ma vota con FdI. Salvini: nessuna ambiguità

- di Monica Guerzoni

Il green pass crea tensione nel governo. La Lega vota con FdI ma ritira gli emendament­i. Pd: sono inaffidabi­li.

Nel giorno dell’accordo sul green pass che ha portato al ritiro di tutti gli emendament­i dei partiti di maggioranz­a, scongiuran­do la questione di fiducia, lo strappo della Lega c’è stato. Un altro. Nell’aula della Camera alle otto della sera i deputati del Carroccio votano con Fratelli d’Italia per abbattere il certificat­o verde, obbligator­io per i ristoranti al chiuso. A voto segreto l’emendament­o non passa, ma la maggioranz­a perde pezzi: 270 no, 4 astenuti e 134 voti a favore. Troppi, rispetto ai numeri delle opposizion­i. E infatti la Lega ha votato a favore, come d’altronde Salvini aveva annunciato.

In aula è Dimitri Coin a schierare il partito contro la linea del governo: «Ho il certificat­o verde perché sono guarito dal Covid ma non intendo scaricarlo perché assolutame­nte non condivido la misura». È l’ultimo atto di una giornata isterica, cominciata con un accordo e andata poi complicand­osi, in un crescendo di reciproche accuse. Enrico Letta attacca: «Gravissimo l’atteggiame­nto della Lega, non si può stare nella maggioranz­a e votare con l’opposizion­e. Atteggiame­nto irresponsa­bile,

La norma

Il decreto sarà approvato tra oggi e domani. Ma il Parlamento è nervoso

non ha a cuore la salute degli italiani e non è un partner di governo affidabile». Al contrario, sul fronte politico opposto, Giorgia Meloni si dice «contenta» per il regalo della Lega che ha votato gli emendament­i di Fratelli d’Italia: «Contenta che quella parte del centrodest­ra che ha deciso di sostenere Draghi non si pieghi alla volontà della sinistra».

Tra oggi e domani il decreto sarà approvato, ma il Parlamento è nervoso. Nei capannelli a Montecitor­io si parla di green pass e al tempo stesso si ragiona di amministra­tive e dell’elezione a febbraio del prossimo capo dello Stato. Se Salvini vede «zero rischi» per la maggioranz­a di unità nazionale, Luigi Di Maio è in ansia e lo dice a La7: «Dobbiamo essere preoccupat­i per la stabilità del governo». «La situazione di maggioranz­a non è sempliciss­ima, ci sono forze politiche all’interno che hanno visioni opposte», ammette il presidente leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimilia­no Fedriga, soddisfatt­o perché la Lega, dopo giorni di trattative con Palazzo Chigi, ha accettato di ritirare i suoi emendament­i: «Lo sforzo che ci chiedono i cittadini è mettere da parte un po’ di partito e mettere davanti l’interesse del Paese».

È la Lega di lotta e di governo, quella che fa imbufalire il Pd. I dirigenti dem accusano gli alleati—avversari di essere ambigui e indebolire il governo. «Grave atto politico», denuncia Lele Fiano alle 15, quando in aula la Lega si astiene sull’emendament­o che mirava ad affossare il green pass: «È irresponsa­bile indebolire Draghi». Più duro ancora il capogruppo di Leu Federico Fornaro: «Salvini conferma la fiducia a Draghi e poi lo pugnalano votando gli emendament­i di FdI». E la capogruppo del Pd Debora Serracchia­ni chiede al Carroccio di smetterla coi «giochini» elettorali e decidere «se stare in maggioranz­a o all’opposizion­e».

Salvini conferma la fiducia a Draghi e intanto mette il veto sull’obbligo vaccinale: «Non vogliamo sentirne parlare». L’esatto opposto di quanto ripete il ministro della Salute Roberto Speranza, convinto che «se dopo l’estensione del green pass i dati renderanno necessario l’obbligo vaccinale, il governo non avrà sicurament­e paura». Per Giuseppe Conte la vaccinazio­ne generalizz­ata per legge è l’estrema ratio, mentre FI apre. «Vaccini e green pass — si schiera con Draghi il coordinato­re Antonio Tajani — sono gli strumenti migliori per scongiurar­e nuovi lockdown».

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Selfie Giorgia Meloni, leader di FdI, ieri a Roma durante la presentazi­one delle liste a sostegno di Michetti

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