Litiga e cambia lista (in poche ore) Un «record» a destra
Come cambiare lista in poche ore? Per consigli chiedere a Pietro Diodato, dirigente nazionale di FdI, che, a ridosso della scadenza del termine per la presentazione delle candidature per il Consiglio comunale di Napoli, è uscito dall’elenco del partito di Giorgia Meloni per materializzarsi, un attimo prima del gong, in quello di una civica, comunque collegata al candidato sindaco del centrodestra Catello Maresca. Sempre sabato mattina, nella sede di FdI, Diodato è stato protagonista, insieme con il consigliere regionale Marco Nonno, di uno scontro fisico sfociato in denunce incrociate. Il cambio di cavallo in corsa ha suscitato non pochi interrogativi. Anche perché l’esponente di FdI ha un definito passato politico. Una vita a destra: è stato consigliere comunale di Alleanza nazionale dal 1993 al 2006; a seguire, quasi dieci anni di Consiglio regionale; dopo un flirt col Nuovo centrodestra, nel 2016 l’adesione a FdI. «Meloni — precisa — resta il mio riferimento. Ma a Napoli il partito è imbarazzante, c’è chi gira con i guardaspalle. Ha ragione chi a Roma sostiene che da noi ci vorrebbe il lanciafiamme». Non teme di essere espulso. «Anzi, ho ricevuto la solidarietà di alti dirigenti». Anche da Meloni? «No, lei non si occupa di questioni locali». Il dubbio più forte è sulla raccolta delle firme a sostegno della civica, riaperta a poche ore dalla presentazione. «In realtà — rivela Diodato — avendo capito che nel partito avrebbero tentato di farmi fuori, il 30 agosto avevo già firmato per Maresca sindaco». Ma l’asilo concesso al dirigente di FdI pone qualche problema di coerenza anche al leader della coalizione che ha sempre rimarcato la distinzione tra il nucleo civico dell’alleanza e i partiti. Maresca se la cava così: «Il progetto per la città di Napoli è aperto a chiunque abbia idee, contatto con il territorio e voglia di fare. Non discriminiamo persone che hanno già dimostrato di avere l’apprezzamento del territorio». E, soprattutto, tanti voti.