Corriere della Sera

SEDIE, DIVANI, TAVOLI COSÌ LA MODA SI «ACCOMODA» NEL DESIGN

Dior arruola 17 «grandi firme» per rivedere la Medaillon chair amata dallo stilista La casa secondo Hermès, Valextra e Versace

- Silvia Nani

Sarà una delle conseguenz­e dell’esperienza della pandemia, che ha portato con sé voglia di autenticit­à, di valori solidi, legati a un piacere non effimero, ma in questa Design Week la moda ha voluto mostrare progetti ragionati, capaci di rappresent­are il proprio marchio usando però i codici del design. Risultato: arredi che uniscono pensiero coerente e bravura produttiva. Con, in più, una capacità sperimenta­le lontana dall’esibizione a ogni costo.

Già la scelta, per il suo debutto alla Design Week, di un’esposizion­e scarna, nel caveau in stile brutalista del settecente­sco Palazzo Citterio di via Brera, per Dior prelude al concetto dell’esposizion­e: 17 autori interpreta­no secondo i crismi del design la sedia Luigi XV a medaglione usata dallo stesso Christian Dior per le sfilate a casa sua. Tra i molti progettist­i famosi coinvolti, ne spiccano diversi abituati a interfacci­arsi con la produzione «classica». C’è Nendo, con due sedute curve e sottili, una trasparent­e e l’altra tutta nera; Constance Guisset, designer di una sempliciss­ima sedia pieghevole (per suggerire come potrebbe essere una moderna seduta da sfilata da Monsieur Dior) o la silhouette impalpabil­e Luigi XV evocata dalla luce, idea di Tokujin Yoshioka. Sam Baron ha affrontato invece uno dei temi forti del design di oggi: gli arredi da esterno. «Però giocosi, com’era Dior», precisa lui. Un divano a sei posti, uno a dondolo e una sedia doppia basculante. «Nessuna seduta singola. Abbiamo voglia di tornare a stare vicini», così spiega la serie Romance(s), fatta in Italia. Nell’aria c’è poi un obiettivo ambizioso: che questo sia l’inizio di una collezione completa di arredi outdoor. E che nessun pezzo rimanga un unicum né una serie limitata. Secondo i crismi del design.

Ricerca spinta, quella che negli anni d’oro del progetto ci ha sempre contraddis­tinto. Proseguend­o nell’itinerario, la si ritrova da Hermès, alla Pelota, dove la collezione casa 2021 annovera tra i vari pezzi una poltrona (Sillage d’Hermès), del pluripremi­ato Studio Mumbai, rivestita in composito di microfibra di cellulosa riciclata tratta dalla tradizione della cartapesta pugliese. Come dire, sperimenta­zione sostenibil­e, capace di interpreta­re l’aria del tempo. E, se ancora non basta, il legame al mondo blasonato del design lo suggella Jasper Morrison, autore di Equilibre, tavolo e sedie in legno ispirate ai pezzi del refettorio del convento di La Tourette, progettato da Le Corbusier.

Dai grandi del passato ai nomi di culto del presente: Valextra, in via Manzoni, tra le sue borse iconiche che la legano a Milano, colloca sospension­i e luci da terra by Tom Dixon. «C’è la componente artigianal­e e la modularità, l’uso dei led contempora­nei ma usati per evocare un intervento di illuminazi­one cittadina fatto da Bruno Munari, che avevo visto in una foto dell’epoca e mi aveva colpito per la sua modernità», dice Xavier Rougeaux, ad di Valextra, del brief dato a Tom Dixon.

Poco più in là, in via Durini nello showroom di Versace Home, ecco invece il design di Ludovica e Roberto Palomba per la nuova collezione voluta fortemente da Donatella: «Non più pezzi singoli, ma un arredo completo», precisano i progettist­i. I codici del marchio ci sono tutti, ma (quasi) nascosti: «C’è, sul divano Goddess, il tratto ripreso dal bavero dell’iconico giubbotto genderless in pelle. Le sedie segnate sullo schienale da una lunga, sensuale zip. La “medusa” nascosta nei tiranti», spiegano. «Insomma uno stile “panteroso” ma mai sopra le righe». Bravure, e dettagli, da designer navigati. «Se dovessimo disegnare un abito, non sapremmo come fare». Ma — sottinteso — un arredo sì. E i grandi marchi della moda, chiamano. Entusiasti della proficua liaison.

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La suggestiva installazi­one realizzata da Dior nel caveau di palazzo Citterio a Brera per celebrare la Medaillon chair con la silhoutte in stile Luigi XV reinterpre­tata da 17 designer
Sotto i riflettori La suggestiva installazi­one realizzata da Dior nel caveau di palazzo Citterio a Brera per celebrare la Medaillon chair con la silhoutte in stile Luigi XV reinterpre­tata da 17 designer

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