LA RIPRESA CHE BRILLA
VICENZAORO CRESCE CON IL BOOM DEI GIOIELLI NEL POST PANDEMIA
Mai come in questi mesi di faticosa ripresa dopo la pandemia i gioielli hanno costituito una sorta di gratificazione. Per bijoux fatti di oro e gemme è un momento speciale, lo sanno bene a VicenzaOro, la fiera che apre nella città veneta il 10 settembre. «In una fase così difficile per il Paese, i gioielli si sono rivelati una sorta di antidoto alle tante mortificazioni — spiega Corrado Peraboni, ad di Ieg, la quotata Italian Exhibition Group che organizza nel quartiere fieristico vicentino le due edizioni di VicenzaOro January e VicenzaOro September (fino al 14) —. Un aiuto al gioiello è venuto anche dalla mancanza di quelle voci di spesa pre pandemia che l’emergenza ha reso impraticabili per mesi. Penso ai viaggi o ai ristoranti». VicenzaOro, che ha il supporto del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’Agenzia Ice, è insomma «pronta a riaprire le porte del quartiere fieristico vicentino «con la prima manifestazione internazionale del settore in Europa — aggiunge Lorenzo Cagnoni, presidente Ieg —. Riuniamo l’intera filiera orafa per un appuntamento che richiama operatori da tutto il continente, con importanti presenze
Primi a riaprire le porte del quartiere fieristico vicentino
Lorenzo Cagnoni, presidente IEG
VicenzaOro in più luoghi perché si viaggerà meno tra continenti
Corrado Peraboni, ad di IEG
già confermate anche extra europee».
Così, adesso che dalla pandemia si riemerge, la passione per i gioielli riscoperti nella loro creatività, in tutta la loro emotività, sembra non aver perso smalto. La domanda mondiale di gioielli in oro ha registrato un rimbalzo nel primo trimestre del 2021 (+52% in quantità) grazie al recupero dai minimi dello stesso periodo del 2020, in particolare in Cina. Lontano il 2020 archiviato in forte contrazione, causa pandemia (-35%). E gioielleria e oreficeria italiana vuol dire tra le espressioni del Made in Italy più apprezzate all’estero, grazie ai distretti di Arezzo, Vicenza, Valenza e Torre del Greco e le oltre 7 mila aziende del settore con una quota di export vicina al 90%.
Da 60 anni VicenzaOro è punto di riferimento per l’intera filiera: gioielleria di alta gamma, oreficeria, componenti e semilavorati, diamanti e pietre preziose e di colore, tecnologie di lavorazione, visual merchandising e packaging. Alla quale si affianca ora Vo Vintage sull’orologio d’epoca di lusso e T.Gold sui macchinari per la lavorazione dei preziosi. «L’orologeria, new entry pre-pandemia, ha un’importanza crescente per la fiera e siamo soddisfatti di averle riservato uno spazio dedicato», dice Peraboni.
«Adesso, come VicenzaOro e Ieg possiamo riprendere i piani di espansione internazionale del format VicenzaOro: entro fine anno, alla manifestazione originaria di Vicenza e a quella varata alcuni anni a Dubai, aggiungeremo una terza manifestazione “in trasferta”», anticipa Peraboni.
Dove? «Negli Stati Uniti, e la primavera prossima siamo pronti a varare anche un quarto appuntamento internazionale in Asia. Come Ieg siamo orgogliosi di detenere la regia unica delle manifestazioni nazionali B2B del comparto. Abbiamo maturato un expertise complessivo che oggi ci conferma come player internazionali. Penso alla recente partnership con Informa con la quale organizzeremo nel 2022 il Jewellery, Gem & Technology a Dubai, dal 22 al 24 febbraio al Dubai World Trade Centre. Progettata per essere un’esperienza di grande impatto, Jgt Dubai sarà una delle maggiori kermesse dedicate alla gioielleria a livello mondiale. Permetterà di scoprire prodotti, avviare contatti e pensare in modo innovativo».
Intanto la manifestazione primigenia, quella di Vicenza, apre le porte a «oltre 800 brand di gioielleria, decisamente un buon numero considerato che in tempi senza restrizioni legate al Covid la fiera accoglieva oltre mille espositori: diciamo che siamo su numeri che si aggirano sul 70% delle adesioni record del 2019», continua l’ad. Così a Vicenza arrivano la maison tedesca Stenzhorn, l’olandese Tirisi, la maison libanese Yeprem, specializzata nell’alta gioielleria a base di diamanti e dalle grandi dimensioni e l’iconica maison Fabergé. O il brand francese Akillis, dal design aggressivo. Spazio infine alle creazioni originali di perle con i brand Yoko London, che esplora lo spettro completo delle colorazioni come il rosa, il viola, l’oro e il grigio scuro di Tahiti utilizzando solo sfere di grande qualità non trattate: e ancora London Pearls.
Brand che si uniscono all’offerta italiana: dalle storiche maison come il gruppo Damiani, Roberto Coin, Crivelli e Fope, alle novità come Maman et Sophie che lavora oro etico.
In un mondo post pandemico ,dove muoversi fra Paesi resta complicato, Vicenza conta di attrarre anche molti presenze globali. «Soprattutto, presenze da Europa, Nord Africa ed Est Europa - completa Peraboni —. E sarà infatti questa la prospettiva futura delle fiere: una continentalizzazione degli eventi. Insomma, più che movimenti di espositori e buyer da un continente all’altro si registreranno movimenti all’interno di uno stesso spazio continentale. Effetto Covid che secondo le stime rallenterà ancora i viaggi intercontinentali. Ragione che spiega il piano di garantire per il futuro con i quattro format globali, la presenza di VicenzaOro su tante aree del mondo. Orgogliosi di rappresentare alcune tra le espressioni del Made in Italy più apprezzate nel mondo».