LA CARICA DEI GIOVANI «LA PANDEMIA HA INNESCATO LA LORO CREATIVITÀ»
In Fiera e in città fioriscono le esposizioni delle scuole internazionali: la scommessa, dare con il design soluzioni alle urgenze sociali
48 le scuole italiane e internazionali presenti alla mostra «The last graduation show» che al Supersalone in Fiera espone i lavori dei giovani laureatisi n el 2020
5 3 i progetti presentati nelle 14 stanze della caserma di via Vincenzo Monti dalla Design Academy di Eindhoven che ha occupato uno spazio mai aperto al Fuorisalone
Iluoghi dove il design si impara, studiando ma soprattutto riflettendo e facendo (spesso) con le proprie mani: le scuole. Nella Design Week 2021 sono tra le protagoniste indiscusse. Mai una tale concentrazione di mostre, dove molte scuole sono presenti anche con più eventi: dalle italiane IED, Naba e Istituto Marangoni alle straniere. Vedere in quale direzione andrà il design, quali sono oggi i macrotemi che influenzano la progettazione dei giovani in un mondo veloce, connesso, segnato da urgenze sociali e ambientali non più trascurabili, è un’opportunità unica. Iniziamo dalla Fiera.
A Rho il presente del design, fatto di mobili e aziende, convive fianco a fianco con i prodotti del futuro raccolti dalla mostra The Last Graduation Show, 170 progetti da 48 scuole (le italiane ci sono tutte), distribuiti nei padiglioni 2 e 4. «Sono i lavori dei laureati 2020, che per via della pandemia non sono mai stati esposti come si usa fare sempre a fine corso», spiega Annina Koivu, la curatrice. Che cosa è emerso da questi oggetti — dall’arredo al medicale, dagli oggetti per la persona all’high tech — provenienti da 22 Paesi sparsi in tutti i continenti? «Che il design oggi è trasversale a ogni ambito e senza più alcuna connotazione geografica: i temi sono globali. E guardano oltre la forma e la funzione». Come produrre in modo diverso, sviluppare nuovi materiali, rispondere ai bisogni che riguardano la salute sono tra le finalità prevalenti che si leggono dagli oggetti esposti. «Ho notato uno spirito molto propositivo», commenta Koivu. «La pandemia non ha abbattuto i designer in erba, ha spronato la loro creatività». Ecco quindi l’incubatrice trasportabile per i neonati pensata per i Paesi fragili, le compresse mediche stampate in 3d, per aiutare i malati a distinguerle con forme e scritte (entrambi progetti dell’Ecal), ma anche lo studio di un nuovo materiale ricavato da gusci di ostriche riciclate, che arriva dallo IED di Barcellona: idee premiate dalla giuria del Supersalone (composta tra gli altri da Marva Griffin). «Qualche contatto con aziende che potrebbero produrli già c’è», svela la curatrice. «Chissà che qualcosa possa nascere». Comunque, i premiati si vedranno al Salone Satellite 2022.
Proprio la mancanza di questo evento ha fatto che sì che il gruppo dei designer belgi, con l’abituale mostra «Belgium is Design», abbia deciso di creare una esposizione collaterale (chiamata The New Belgians) solo dedicata ai giovani. Così, spostandosi all’Opificio 31, in via Tortona, ecco 16 oggetti (e relativi autori «orfani» del Satellite a Rho) che indagano la luce, nuovi modi di sedersi, i materiali di scarto, recupero o riciclabili. Molti sono alla prima volta in una mostra, altri li rivedremo al Satellite 2022.
Tra le scuole sempre presenti c’è la Design Academy di Eindhoven, che quest’anno espone anch’essa i lavori degli studenti diplomati durante la pandemia. E per farlo punta su un luogo delabré, mai aperto nel Fuorisalone. «L’ex panificio che nell’’800 produceva per il corpo militare», racconta la curatrice Martina Muzi, della sede dell’esposizione Missed your
Call, 53 progetti nelle 14 «stanze» all’interno della caserma in via Vincenzo Monti, tra antichi forni incassati a parete e residui dei tavoli da lavoro. «È un dialogo tra un ambiente produttivo e progetti che esplorano modi diversi di creare, indagando nuove materie e a risparmio di energia, acqua», sintetizza Muzi. Molti lavori, effetto della pandemia, sono nati in casa: ci sono video, esplorazioni sonore, ma anche un volume fotografico autoprodotto di storie e miti legati a fiori e frutti. «Per dire quanto la relazione dell’uomo con la natura sia benefica. Quasi come una terapia». Anche questo significa (nuovo) design.