Corriere della Sera

«L’assurdo iter per regolarizz­are la mia collaborat­rice»

- Benedetta Cazzaniga

Grazie all’encomiabil­e impegno della ministra Belladonna ho potuto nel mese di giugno 2020 inoltrare richiesta di sanatoria per una signora filippina pagando 500 euro.

La risposta è arrivata un anno dopo (giugno 2021) con un termine di 10 giorni per presentare una lunga lista di documenti tra cui l’idoneità alloggiati­va (per la quale si apre una nuova cavillosa procedura con il municipio dove mi chiedono tra l’altro la certificaz­ione che il mio palazzo dispone di fognature...). Riesco faticosame­nte a spedire tutto quanto richiesto pagando 60 euro più 16 di marca al Municipio oltre alla parcella del tecnico che ha effettuato le varie certificaz­ioni alloggiati­ve.

Appuntamen­to 13 luglio in Prefettura (all’Eur..) dove consegno una serie ennesima di documenti, firmiamo il contratto e riceviamo un plico che dobbiamo successiva­mente consegnare a mano alle Poste con altri tre balzelli di 30+30+16 euro per spedirlo in Questura (non poteva farlo la Prefettura?); in cambio otteniamo finalmente l’appuntamen­to in Questura dove alla ragazza verranno prese le impronte e riceverà l’agognato permesso di soggiorno: sapete quando? Il 10 gennaio 2022!

Mi risulta che molte persone vista l’estenuante trafila abbiano rinunciato... La domanda che circola è: ma non è che questo sistema farraginos­o sia stato volutament­e reso difficolto­so per contrastar­e l’ immigrazio­ne regolare?

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La lettrice ha iniziato l’iter per la sanatoria di una sua collaborat­rice nel giugno 2020. L’ultima tappa è fissata per gennaio 2022

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