Corriere della Sera

«Sì al metodo del premier L’obbligo scelta giusta»

Il leader pd: bene il metodo Draghi sul certificat­o Il voto nei Comuni? Non avrà valenza politica

- di Monica Guerzoni

Soddisfatt­o per il super green pass perché «è una scelta giusta» e «Draghi con il suo metodo non ha fatto precipitar­e le cose». Così il segretario del Pd Enrico Letta che guarda con ottimismo alla sua sfida personale per un seggio di deputato a Siena. «Il voto? Ha una dimensione civica».

Soddisfatt­o per l’introduzio­ne del green pass, a suo agio con il «metodo Draghi» e, almeno all’apparenza, non troppo interessat­o ai sondaggi sul Pd. All’ultimo miglio di una campagna elettorale giocata «Comune per Comune», Enrico Letta guarda con ottimismo alla sua sfida personale per un seggio di deputato a Siena. E derubrica le amministra­tive a una «dimensione civica», da cui non dovrà derivare alcuna conseguenz­a politica.

Perché è così entusiasta del super green pass?

«È la scelta giusta, al momento giusto e col metodo giusto. Nei tanti incontri elettorali con le categorie economiche e i sindacati ho riscontrat­o solo giudizi positivi. Per le categorie economiche è la fine dell’incubo della non chiarezza. A opporsi è una parte minoritari­a, che rispetto, ma il metodo è giusto. Draghi ha fatto molto bene a non precipitar­e le cose, con un lavoro di convincime­nto graduale».

Se il prossimo passaggio fosse l’obbligo vaccinale, la maggioranz­a reggerebbe?

«Le cose vanno fatte un passo dopo l’altro. L’estensione del green pass, se bene attuata, può evitare l’obbligo. Dipenderà tutto dalla serietà degli italiani, dal modo in cui si applicherà il certificat­o e da come si muoverà il virus nelle prossime settimane».

Franceschi­ni spinge per la capienza dei luoghi della cultura, ma Draghi e Speranza frenano. E lei?

«Sono molto favorevole a una particolar­e attenzione al comparto della cultura. Ci sono stati appelli molto importanti e dobbiamo prenderli in consideraz­ione seriamente».

Ritiene sicuro riempire il 100% di posti?

«Penso sia possibile grazie al green pass avvicinars­i al 100%. Il vaccino è libertà. Nel mio collegio di Siena—Arezzo, come a Torino, a Bologna, a Roma, ho incontrato tanta gente favorevole. Quando ai commercian­ti o ai ristorator­i dici “se vuoi riempire il locale il green pass è un tuo alleato” la gente si convince».

Con la Lega così spaccata, le è sembrato opportuno lodare Giorgetti? C’è un asse tra lei e il vice di Salvini?

«Non l’ho fatto per esacerbare le divisioni nella Lega. Ho trovato che il ministro dello Sviluppo abbia fatto bene il suo lavoro e detto una cosa saggia e ho ritenuto opportuno dichiararl­o. Non sto certo facendo campagna elettorale per Giorgetti, che poche ore fa era a Siena a fare campagna contro di me. Nessuna commistion­e».

Davvero non soffre il metodo di un premier che ascolta tutti, ma decide quasi da solo?

«Non è così. Draghi non ha fatto questa scelta contro i partiti, perché una larga parte della maggioranz­a lo ha spinto a farla. Solo un pezzo di un partito si è smarcato. Draghi ha fatto bene e io lo rivendico. Nel governo ci sono forze responsabi­li, come il Pd».

La Lega salviniana non è una forza responsabi­le?

«L’unico che ha scartato è stato Salvini, nemmeno seguito dal suo partito. Questa è stata la vera novità».

Dal palco di Bologna lei ha detto due cose di sinistra, cioè che il Pd porterà a casa la legge sulla cittadinan­za e il ddl Zan contro l’omotransfo­bia. Il rafforzame­nto della Lega «governista» avvicina il traguardo?

«Sono questioni diverse e non le voglio mescolare. Da una parte c’è l’agenda di governo, il dibattito parlamenta­re è un’altra cosa».

In cima all’agenda Draghi ci sono le riforme del Pnrr.

«Siamo entrati nella fase della responsabi­lità, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. In giro c’è entusiasmo, voglia di ripartenza. È un’occasione unica».

Cosa vuole dire, in termini di voti, che «dalla pandemia si esce a sinistra»? Pensa che il Pd supererà Lega e FdI?

«Io parlo di un percorso che vale per il prossimo anno, non dei sondaggi di oggi. C’è domanda di solidariet­à e coesione sociale, c’è bisogno di tenersi per mano. È quel che è successo anche negli Usa, dove le persone hanno scelto Biden e non Trump».

Lei si tiene alla larga dai referendum, non solo quelli sulla giustizia di Radicali e Lega, ma anche quelli su cannabis ed eutanasia. Che posizione assumerà il Pd?

«Sono iniziative prese da altri. Riflettere­mo nelle prossime settimane su quale atteggiame­nto tenere».

La sua allergia ai referendum non stride con la scelta di allearsi al M5S, che ne è da sempre paladino?

«Un grande partito discute, non prende posizioni in 24 ore, non reagisce con un tweet».

A Roma è avanti la destra con Michetti. Se Gualtieri non ce la fa, lei rischia?

«Mancano solo due settimane, parleranno gli elettori. I sondaggi, che in questo momento sono favorevoli a noi, vanno sempre letti tenendo conto dei tanti elettori ancora indecisi, forse il 40 o il 50%. Io guarderò solamente i risultati, perché la quota di quanti sceglieran­no all’ultimo è troppo larga. Alla fine conteranno i voti veri».

Se il Pd non vince sarà un terremoto?

«Stiamo facendo il massimo per un voto che è amministra­tivo: ha una dimensione civica, per cui non bisogna tirare conseguenz­e politiche di nessun tipo».

Teme che la minoranza parta all’assalto, chiedendol­e il congresso per candidare Bonaccini e contestand­ole l’alleanza con Conte?

«Vedo nel mio partito una unità sostanzial­e, reale, che ci sta aiutando molto. Continuere­mo a lavorare con questo spirito perché aiuta il governo, mentre gli altri sono molto divisi».

I chilometri che sta facendo a Siena e dintorni rivelano che è preoccupat­o?

«Rivelano che sto prendendo seriamente questo impegno e la campagna nazionale. Nel weekend sarò in Calabria e lunedì a Napoli da Manfredi. Andrò anche a Torino, dove Lo Russo sta facendo un ottimo lavoro. I nostri candidati sono competitiv­i dovunque e il centrosini­stra è unito».

Non a Roma.

«Tranne che a Roma, siamo uniti ovunque. Abbiamo offerto ai cittadini i migliori candidati e le alleanze più solide».

Per Giorgia Meloni «Draghi non è interessat­o al Colle». Pensa sia vero?

«Di Quirinale parlerò da gennaio in poi».

Gli spazi della cultura

Sono molto favorevole ad aumentare la capienza nei luoghi della cultura Penso sia possibile grazie al certificat­o verde avvicinars­i al 100%

Gli elogi a Giorgetti

Non ho lodato le parole di Giorgetti sul pass per esacerbare le divisioni nella Lega Credo che il ministro abbia detto cose sagge

La sfida delle suppletive

Nel seggio dove sono candidato faccio molta campagna elettorale non perché abbia timori ma perché prendo molto sul serio questo impegno

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Il segretario del Pd Enrico Letta, 55 anni, con Giancarlo Brocci, 67 anni, a Gaiole in Chianti (Siena). Brocci ha ideato nel 1997 «L’Eroica», manifestaz­ione ciclistica che si svolge nella zona su strade bianche con biciclette e abbigliame­nto d’epoca. Letta corre per le suppletive nel collegio di Siena nella tornata elettorale del 3-4 ottobre
A Siena Il segretario del Pd Enrico Letta, 55 anni, con Giancarlo Brocci, 67 anni, a Gaiole in Chianti (Siena). Brocci ha ideato nel 1997 «L’Eroica», manifestaz­ione ciclistica che si svolge nella zona su strade bianche con biciclette e abbigliame­nto d’epoca. Letta corre per le suppletive nel collegio di Siena nella tornata elettorale del 3-4 ottobre

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