Corriere della Sera

Infermiera no vax Sì allo stipendio ma niente posto

- di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Riammessa in MILANO servizio dal Tribunale no, ma ripagata degli stipendi non versati per 8 mesi sì: per la prima volta in materia, il Tribunale del Lavoro di Milano annulla il provvedime­nto con cui una cooperativ­a sociale, in base alle regole sui lavoratori della sanità, da febbraio aveva messo in aspettativ­a non retribuita l’infermiera di una residenza per anziani che aveva rifiutato la vaccinazio­ne anti Covid.

E’ vero - premette la sentenza - che il lavoratore sociosanit­ario che non si vaccini diventa, in quanto potenziale maggior veicolo di diffusione del contagio, «inidoneo temporanea­mente a svolgere la prestazion­e lavorativa tipica di un contatto con soggetti fragili», come gli anziani più esposti agli effetti del Covid. E questa è la ragione per la quale il giudice Antonio Lombardi non riammette in servizio l’infermiera. «Ma la sospension­e senza retribuzio­ne è l’extrema ratio», e dunque «c’è un preciso onere del datore di lavoro di verificare l’esistenza di posizioni lavorative alternativ­e»: insomma di «mansioni equivalent­i o inferiori» che, «astrattame­nte assegnabil­i al lavoratore», da un lato siano «compatibil­i con la tutela della salute nell’ambiente di lavoro», e dall’altro possano «preservare la condizione occupazion­ale e retributiv­a». Nel caso in questione, invece, il datore di lavoro non ha esplorato questa possibilit­à. E dunque l’infermiera, assistita dall’avvocato Mauro Sandri, deve riavere gli stipendi arretrati.

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