Il lungo volo delle Frecce Tricolori
Oggi a Rivolto la festa per l’anniversario con il presidente Mattarella e il pubblico Il comandante: «Un vortice di emozioni»
«È il nostro compleanno, un pezzo di storia italiana che dura da sessant’anni. Sarà un vortice di emozioni: soprattutto perché si torna a volare davanti a un pubblico che viene apposta per noi». «Pony 0» — ovvero Gaetano Farina, comandante delle Frecce Tricolori, 42 anni — descrive così la giornata che oggi lo vedrà protagonista, qui all’aeroporto militare di Rivolto, in provincia di Udine, assieme agli altri dieci piloti della formazione, fra leader, gregari e solista. L’ultima volta che gli appassionati del volo si ritrovarono con il naso all’insù per vedere le Frecce fu a Milano, all’aeroporto di Linate, il 13 ottobre 2019. Una data pre-Covid, prima del distanziamento, prima delle mascherine, prima dei lutti infiniti.
Dopo, tutti gli air show che prevedevano la presenza del pubblico sono stati cancellati. Ma adesso — finalmente — si ricomincia con quello che il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Alberto Rosso chiama «un grande, simbolico abbraccio tricolore a tutto il Paese». L’occasione di assistere alla manifestazione coincide con il sessantesimo
Il manifesto del «compleanno» delle Frecce, che si tiene oggi e domani all’aeroporto militare di Rivolto, in provincia di Udine. Si esibiranno anche gli spagnoli della Patrulla Aguila, gli svizzeri della Patrouille Suisse, i polacchi dell’Orlik Team e i Midnight Hawks finlandesi anniversario della nascita della Pattuglia, proprio qui a Rivolto dove la formazione si addestra dal 1960, l’anno in cui cominciò la sua avventura. Oggi sarà una celebrazione inevitabilmente «blindata» per le norme antivirus: 5.000 gli spettatori ammessi al campo d’aviazione. Tra loro ci saranno anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Senato Elisabetta Casellati e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Il programma — replicato anche domani — è fittissimo: prima delle Frecce volteggeranno altre pattuglie, gli spagnoli della Patrulla Aguila, gli svizzeri della Patrouille Suisse, i polacchi dell’Orlik Team e i Midnight Hawks finlandesi. Poi sarà la volta degli italiani: alle 18 i motori romberanno per il decollo, poi via a una mezzora di esibizione tra virate Schneider, looping e cuori biancorossoverdi.
«Pony 0» da terra, come un direttore d’orchestra, guiderà le evoluzioni dei piloti in cielo a 700 chilometri orari. Un po’ si commuove nel raccontare di quel volo sul Lodigiano — era la primavera 2020 — per «portare conforto a chi soffriva». Poi riprende orgoglioso raccontando che le Frecce si ripresenteranno al pubblico «con una manovra che non si vede da un pezzo, il triplo tonneau, una serie di avvitamenti elicoidali per cui serve un lunghissimo addestramento».
Farina vola con la Pattuglia dal 2009. Pugliese di Francavilla Fontana, racconta di essere diventato «pilota per caso. Avrei voluto fare l’ingegnere civile ma poi, sollecitato da uno dei miei più cari amici, partecipai al concorso per l’Accademia». Entrare nelle Frecce non è semplice, ogni anno «uno o due piloti lasciano e altrettanti entrano». Le domande «sono vagliate dagli stessi aviatori del gruppo» spiega «Pony 0» per il quale «in 12 anni di lavoro in questo gruppo, dopo ciascuno dei voli compiuti, non mi sono mai sentito completamente soddisfatto: c’è sempre da migliorare».
Ma poi c’è soprattutto la storia dei sessant’anni della Pattuglia. Dopo la fine della guerra diversi stormi avevano
squadriglie acrobatiche dai nomi evocativi: «Cavallino Rampante», «Getti Tonanti», «Diavoli Rossi». Si volava con caccia a elica, gli Spitfire e i Mustang, poi con i jet della Guerra Fredda, i Thunderjet e i Sabre. Infine si decise di accorpare i gruppi selezionando i piloti migliori che entrarono nelle Frecce Tricolori. Quelli, magari, come Mario Naldini e Ivo Nutarelli, morti nell’incidente a Ramstein il 28 agosto 1988. O come Gianluigi Zanovello, 65 anni, ex leader della Pattuglia lasciata per diventare comandante nell’aviazione civile. Il mese scorso lo hanno invitato per un altro volo sull’Aermacchi MB-339, «sia pure come passeggero pensionato. E ammetto: non ricordavo quella velocità nei ricongiungimenti. Gli aerei arrivavano come schegge. E sono rimasto sorpreso da quanto volassero vicini..».