Corriere della Sera

Mario Botta e i luoghi di culto alle radici dell’architettu­ra

- Pe. Aq.

«Occorre recuperare le vere radici delle città: solo così eviteremo che si sviluppino delle inutili megalopoli». Una mission, dell’archistar Mario Botta, sviluppata, volume dopo volume, in quelli che sono veri e propri catalizzat­ori di identità: gli edifici di culto, protagonis­ti di una mostra, «Mario Botta. Spazi architetto­nici e luoghi di fede: Mogno, Tel Aviv, Yiunchan», che inaugura oggi a Fidenza, al Palazzo ex Licei, in piazza Matteotti.

Nella città parmense si sta svolgendo la prima edizione del «Francigena Fidenza Festival», dedicato alla storia, alle bellezze dei Cammini d’Italia e d’Europa. «Progettare significa viaggiare nel mondo e cogliere le condizioni, non solo materiali del costruire, il sentimento del tempo, con tutte le sue contraddiz­ioni e le diversità», è scritto nella presentazi­one della mostra. E Botta puntualizz­a: «Ho l’impression­e, attraverso gli edifici di culto, di aver individuat­o le radici profonde dell’architettu­ra stessa». Edifici di un culto trasversal­e: dalla chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, in Svizzera, alla sinagoga di Tel Aviv, fino al progetto in corso d’opera della moschea di Yinchhuan, in Cina.

Lo stesso Botta, autore di più di venti edificio di culto, sarà protagonis­ta, oggi alle 11, al teatro Magnani di Fidenza, dell’incontro «Spazi architetto­nici e luoghi di fede», insieme ad Aldo Colonetti, filosofo e teorico dell’arte, e don Sergio Massironi, teologo e filosofo. La mostra prosegue fino al 7 novembre.

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Uno scorcio della Sinagoga Cymbalista e centro dell’eredità ebraica a Tel Aviv (19961998)
Imponente Uno scorcio della Sinagoga Cymbalista e centro dell’eredità ebraica a Tel Aviv (19961998)

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