PERCHÉ NÉ ANNE NÉ MARINE DIVENTERANNO
PRESIDENTI
Caro Aldo, due signore hanno annunciato la sfida a Macron, in vista delle presidenziali, con due comizi, in contemporanea. «Voglio costruire una Francia più forte e giusta», ha detto Anne Hidalgo, la sindaca socialista di Parigi, a Rouen. «La scelta è tra lo scioglimento di un Paese, sommerso dall’immigrazione, o il salutare sussulto attorno all’idea di Nazione», ha scandito la leader del RN, Marine Le Pen, a Fréjus. Ma il discorso, ritenuto più convincente dalla maggioranza degli osservatori francesi, è stato quello pronunciato da Édouard Philippe, 50 anni. oggi sindaco di Le Havre, che non scenderà in campo. Philippe sosterrà, con grande impegno, l’attuale Presidente.
LCaro Pietro,
a corsa di Anne Hidalgo e di Marine Le Pen è interessante e va seguita con attenzione. Ma non credo che nessuna delle due diventerà mai presidente della Repubblica francese.
Anne in realtà si chiama Ana ed è nata in Andalusia. Con tutto il rispetto, non me lo vedo il 50,1% dei francesi che vota per lei. Inoltre, pur essendo cresciuta a Lione, è sindaca di Parigi; e nella Francia profonda questo non è un vantaggio. La Gauche è tuttora sotto choc, dopo il fallimento di François Hollande, ed è incapace di esprimere un candidato unitario. Jean-Luc Mélenchon, il leader della sinistra radicale, non arriverà al secondo turno, ma ha i numeri per impedire a un socialista o a un ecologista di farlo. A meno che non spunti un «rassembleur», una personalità unificatrice, i riformisti voteranno ancora Macron. Non a caso il suo ex primo ministro Edouard Philippe lo appoggia, nella speranza di rivelarsi il suo erede nel 2027. Un ballottaggio Macron-Le Pen non finirebbe a valanga come nel 2017; ma l’esito è comunque scontato, con la vittoria del presidente in carica, che ha buone possibilità di succedere a se stesso. Ciò detto, Macron è abbastanza impopolare. L’unica incognita è che spunti, nelle file della destra repubblicana, una personalità in grado di eliminarlo al primo turno; forse il presidente della Regione Nord-Hauts de France, Xavier Bertrand. Un tipo interessante. Ma la sua vittoria significherebbe la rinuncia dei francesi a eleggere un presidente capace di incarnare una visione internazionale e di esercitare una leadership europea.