Corriere della Sera

L’ultimo appello di Duwa Lashi La

- Di Paolo Lepri

Le parole del videomessa­ggio diffuso su Facebook il 7 settembre risuonano lontane. Ma il loro significat­o è chiaro. Chi le pronuncia è Duwa Lashi La, presidente ad interim del governo di unità nazionale (Nug), costituito da parlamenta­ri della Lega nazionale per la democrazia (il partito di Aung San Suu Kyi). È lui l’uomo che lancia il drammatico appello per una «guerra difensiva» contro la giunta militare che ha preso il potere in febbraio nel Myanmar arrestando la vincitrice del premio Nobel per la pace, che ha guidato il Paese in questi anni difficili, e trascinand­o l’ex Birmania in una spirale di violenza.

Molto sangue è stato versato. Le vittime, durante le manifestaz­ioni di protesta dei mesi scorsi, sono state oltre un migliaio. L’esercito è all’attacco. Si registrano scontri in varie zone. Per l’esecutivo «ombra» è quindi scoccato il momento di «una rivoluzion­e pubblica». «Rimuoverem­o il generale Min Haung Hlaing — conclude Duwa Lashi La — e rovescerem­o la dittatura. Saremo così in grado di costruire un’unione democratic­a federale e una pace durevole».

Ex maestro di scuola, avvocato appartenen­te alla minoranza etnica dei Kachin, il leader provvisori­o dell’opposizion­e birmana ha chiesto alla popolazion­e di evitare viaggi non necessari e di fare scorta dell’essenziale. La sfida è quella di coinvolger­e nella causa della lotta al regime autoritari­o la maggior parte delle milizie etniche di un paese frammentat­o. I soldati vengono invitati a disertare e a unirsi alla rivolta. «I funzionari pubblici — afferma ancora il messaggio — non devono presentars­i al lavoro».

L’appello è stato definito «una vuota dichiarazi­one» dalla giunta dei militari. Ma la situazione dovrebbe preoccupar­e molto anche loro perché il Myanmar, colpito da una grave crisi alimentare e minato dalla pandemia, è sempre più sull’orlo del tracollo. La diplomazia internazio­nale, che sta tentando di procrastin­are il problema del riconoscim­ento del regime, è per adesso impegnata sul fronte degli aiuti umanitari. Ma il rischio è anche una lunga guerra civile. Soluzioni di pace sembrano quasi proibitive, come lo è scalare il Hkakabo Razi, la montagna alta 5.900 metri non lontana dai luoghi in cui Duwa Lashi La è nato.

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