L’ultimo appello di Duwa Lashi La
Le parole del videomessaggio diffuso su Facebook il 7 settembre risuonano lontane. Ma il loro significato è chiaro. Chi le pronuncia è Duwa Lashi La, presidente ad interim del governo di unità nazionale (Nug), costituito da parlamentari della Lega nazionale per la democrazia (il partito di Aung San Suu Kyi). È lui l’uomo che lancia il drammatico appello per una «guerra difensiva» contro la giunta militare che ha preso il potere in febbraio nel Myanmar arrestando la vincitrice del premio Nobel per la pace, che ha guidato il Paese in questi anni difficili, e trascinando l’ex Birmania in una spirale di violenza.
Molto sangue è stato versato. Le vittime, durante le manifestazioni di protesta dei mesi scorsi, sono state oltre un migliaio. L’esercito è all’attacco. Si registrano scontri in varie zone. Per l’esecutivo «ombra» è quindi scoccato il momento di «una rivoluzione pubblica». «Rimuoveremo il generale Min Haung Hlaing — conclude Duwa Lashi La — e rovesceremo la dittatura. Saremo così in grado di costruire un’unione democratica federale e una pace durevole».
Ex maestro di scuola, avvocato appartenente alla minoranza etnica dei Kachin, il leader provvisorio dell’opposizione birmana ha chiesto alla popolazione di evitare viaggi non necessari e di fare scorta dell’essenziale. La sfida è quella di coinvolgere nella causa della lotta al regime autoritario la maggior parte delle milizie etniche di un paese frammentato. I soldati vengono invitati a disertare e a unirsi alla rivolta. «I funzionari pubblici — afferma ancora il messaggio — non devono presentarsi al lavoro».
L’appello è stato definito «una vuota dichiarazione» dalla giunta dei militari. Ma la situazione dovrebbe preoccupare molto anche loro perché il Myanmar, colpito da una grave crisi alimentare e minato dalla pandemia, è sempre più sull’orlo del tracollo. La diplomazia internazionale, che sta tentando di procrastinare il problema del riconoscimento del regime, è per adesso impegnata sul fronte degli aiuti umanitari. Ma il rischio è anche una lunga guerra civile. Soluzioni di pace sembrano quasi proibitive, come lo è scalare il Hkakabo Razi, la montagna alta 5.900 metri non lontana dai luoghi in cui Duwa Lashi La è nato.