Corriere della Sera

Treni, energia verde al 100% «Così cambierà la mobilità»

Il piano strategico al 2025 di Fnm (Trenord). Gibelli: punto di svolta

- di Fausta Chiesa

Investimen­ti per circa 850 milioni, di cui oltre un terzo in attività green incluse nella tassonomia europea. Ricavi in aumento a circa 680 milioni dai 481 milioni del 2020 pro-forma, con un tasso di crescita annuo del 7 per cento. Ebitda in salita dell’11% medio da 151 a 250 milioni, l’utile netto rettificat­o da 35 a 50 milioni. Un dividendo per azione pari a 2,3 centesimi sugli utili 2021, in crescita del 16% medio annuo. Sono i numeri del piano strategico 20212025 del gruppo Fnm (controllat­o da Regione Lombardia al 57,6 % e partecipat­o dalle Fs al 14,7%), approvato due giorni fa dal board e presentato ieri agli analisti. Un piano che per la prima volta integra e quantifica gli obiettivi di sostenibil­ità ambientale, sociale e di governance. Che, per fare un esempio, si traducono sul fronte ambientale con una riduzione del 35% delle emissioni di CO2 e l’utilizzo del 100% di energia rinnovabil­e per la trazione ferroviari­a. «Un Piano che segna un punto di svolta per il gruppo Fnm», ha commentato il presidente Andrea Gibelli.

Quanto è stato complesso realizzare un piano in pandemia e nel mezzo della transizion­e ecologica?

«Alla transizion­e ecologica eravamo già preparati tre anni fa quando ci siamo messi a studiare il piano. Infatti abbiamo preparato tempo prima

Andrea Gibelli è presidente del Gruppo Fnm da maggio del 2015 e nel dicembre del 2018 è diventato presidente anche di Asstra - Associazio­ne Trasporti il progetto H2iseO in Valcamonic­a, lungo la linea ferroviari­a non elettrific­ata Brescia-Iseo-Edolo. A regime avremo tutti i 14 treni alimentati a idrogeno e i primi entreranno in funzione entro il 2023. Abbiamo scelto l’idrogeno perché data la conformazi­one della valle l’alimentazi­one a batteria non era indicata. E abbiamo precorso i tempi».

Ma alla pandemia non potevate essere preparati. Come ha cambiato la progettual­ità di chi fa mobilità?

«Tantissimo e la ha cambiata soprattutt­o per chi, come Trenord, riceve dalla bigliettaz­ione il 45% per cento dei ricavi e dal fondo nazionale trasporti il 55%, quando la media nazionale è 80% dal pubblico e 20% dal mercato. Ci sono territori come la Lombardia, dove la domanda di mobilità è altissima e i redditi sono mediamente più alti, i ricavi da biglietti contano di più. Per quelle aziende che hanno i bilanci basati meno sul contributo pubblico che è fisso e di più su quello del mercato che è variabile, la pandemia da Covid ha inciso molto di più anche sui conti. Ma fare previsioni è comunque possibile.

La mobilità nel postCovid cambierà e sarà meno regolare, ma l’analisi dei dati ci consentirà di fare previsioni

Quale punto di partenza avete?

Innanzitut­to sappiamo che la richiesta di mobilità aumenterà a livello mondiale, ma sarà molto più complessa e cambierann­o i motivi: le persone si sposterann­o in modo erratico, per eventi straordina­ri, come per esempio per partecipar­e a un evento, e in modo meno regolare per andare al lavoro perché la pandemia ha fatto fare un salto tecnologic­o culturale e ha portato non solo la possibilit­à dello smart working, ma ha fatto capire che molti incontri possono avvenire online».

Come pensate di strutturar­e l’offerta di mobilità posto che la domanda e le scelte delle persone sono meno prevedibil­i?

«Abbiamo creato una piattaform­a Data Lake che incrocia i dati degli smartphone con i dati che ci provengono dai flussi di utilizzo dei bus, dei treni e - con la recente acquisizio­ne della Serravalle anche del traffico autostrada­le. Siamo gli unici in Italia finora a disporre di un modello che ci consente di capire una domanda che non è più lineare e di portare nei binari dell’ordinario quello che è diventato sempre più straordina­rio. In concreto, l’offerta sarà sempre più strutturat­a sui bisogni delle persone prendendo in consideraz­ione non soltanto le esigenze di spostament­o, ma anche le attività della vita: per esempio, quella di fare la spesa online e di poterla mettere nei locker delle stazioni».

Quali previsioni avete fatto sull’impatto della pandemia?

Lungo la linea ferroviari­a non elettrific­ata BresciaIse­o-Edolo avremo 14 treni a idrogeno

«Per quanto riguarda la capienza dei mezzi, pensiamo che rimarrà all’80 per cento almeno fino a tutto il primo trimestre 2022».

Quale apporto darà l’integrazio­ne di Serravalle?

«Oltre a essere una nuova area di business che fa raddoppiar­e la dimensione economica del gruppo e aumenta la marginalit­à e gli utili, aggiunge un tassello a quella che diventerà sempre di più una mobilità integrata».

Per la prima volta gli obiettivi di sviluppo sostenibil­e entrano nel piano...

«Sì e il nostro piano contribuis­ce al migliorame­nto di dieci dei 17 Sdg’s».

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