I bomber con i guantoni
Errori e capolavori dei portieri pesano come i gol dei grandi attaccanti La crisi di Szczesny, la personalità di Maignan e Ospina. Musso l’emergente
Errori, certo. Ma anche capolavori. In ogni caso: gesti decisivi, da ricordare. Tre giornate di campionato, una di Coppe e i portieri si sono presi la copertina, come i bomber, anzi di più. Senza Lukaku e Ronaldo, in attesa del vero Ibra e del rilancio di Dybala, le stelle, anche quelle cadenti, hanno i guantoni e pesano come i grandi attaccanti. Da Maignan a Szczesny, da Musso a Rui Patricio passando per l’eterno Handanovic: sulla lotta scudetto ci sono le loro impronte. E Juventus-Milan di domani sera è lo spot perfetto per un ruolo a volte sottostimato, con il portiere di lungo corso che deve uscire da una crisi profonda, come Szczesny, e quello in rampa di lancio, che ha già fatto dimenticare un’eredità pesante e ha brillato ad Anfield, vale a dire Maignan.
«Un grande portiere vale come un grande centravanti — dice Giovanni Galli, ex numero uno di Milan, Napoli, Fiorentina, Torino e della Nazionale al Mondiale ’86 —. In passato qualcuno ha sottostimato questo concetto, mentre adesso, in un momento nel quale ai portieri viene chiesto di saper fare tutto, l’importanza di un numero uno affidabile e completo è ancora più evidente».
Nel «pacchetto» c’è anche un aspetto che fa la differenza da sempre ma che non è immediato da valutare per tifosi e addetti ai lavori, ovvero la capacità di guidare la difesa, di farsi sentire, di aiutare i compagni. Un anno e mezzo di partite senza pubblico hanno mostrato ad esempio quanto fossero diversi Buffon e Szczesny sotto questo aspet