Cinque medaglie a 91 anni «Promessa a mio marito»
Nives, campionessa d’atletica. «In gara per Bruno che non c’è più»
Nives Fozzer ha 91 anni e tanta voglia di vincere. Sempre. Da quando era bambina, a Trieste, e nel 1936 seminò tutti i partecipanti alla «marcialonga» riservata ai soci del Dopolavoro interaziendale chimici, da piazzale Ippodromo a San Dorligo della Valle. Prima assoluta: conserva ancora la medaglia d’argento, assieme alle altre conquistate nei decenni e che ormai non conta più perché sono diventate tantissime. «Sono competitiva, è la mia natura», chiosa al telefono, specificando che nel 2006 ha «dovuto» abbandonare l’amata corsa per i problemi alle ginocchia: «Usura delle cartilagini...». Il che non le ha impedito di dedicarsi con la Nuova Atletica del Friuli Asd ai «lanci». Solo la settimana scorsa ha dominato i Campionati italiani master di atletica leggera su pista a Rieti, vincendo cinque titoli: lancio del martello (14,95 metri), del disco (9,55), del giavellotto (8,24), del martellone (6,23) e getto del peso (5,30).
«Con il mio Bruno abbiamo sempre fatto sport insieme, lui in più aveva giocato solo a calcio. Quando è mancato, il 2 ottobre del 2013, ho voluto mantenere la promessa che ci eravamo fatti, di continuare a gareggiare per onorare la memoria dell’altro», racconta e fa intuire una storia nella storia, che non è quella che stiamo raccontando: lei e Bruno che si fidanzano da ragazzi, lui che parte per l’Australia dove lei non lo può seguire, lui che va in Papua Nuova Guinea e finalmente, molti anni dopo, lui che ritorna. Bruno e Nives si sposano il 15 giugno 1985. «Lei dirà che sono scema, ma io ci parlo ancora. A marzo, per esempio, mentre ero in pedana a Viterbo, mi sono ritrovata con la maniglia del martellone corta e gli ho detto: “Dai Bruno, basta un centimetro per battere la mia consocia, aiutami!”. Ho guardato il cielo, che era coperto, e mi è venuto un raggio di sole nell’occhio. Alla fine ho battuto la rivale di sei centimetri».
Nives si tessera con la Fidal nel 1949. Fino a quel momento ha praticato pattinaggio, tennis, monopattino, ciclismo, pallavolo e pallacanestro. In mezzo c’è la guerra. «Eravamo incoscienti, pensavamo che non ci avrebbe mai toccato finché non bombardarono Trieste. Abitavamo all’ultimo piano e un bombardamento sventrò il tetto: casa non era più agibile, ma noi restammo, con gli ombrelli quando pioveva». Il 7 giugno 1959 Nives diventa la prima atleta tridentina a correre i 400 metri sotto il minuto (59”7, ancora oggi è nella classifica delle prime 10 donne del Friuli-Venezia Giulia per quella specialità). Nel tempo, si aggiungono scherma, tiro con l’arco, golf. Lei e Bruno gareggiano insieme, vincono insieme e diventano la «coppia d’assi» delle competizioni.
Oggi che lui non c’è più, Nives
si sveglia alle 9, zabaione a colazione, primo e secondo sia a pranzo che a cena, molta carne, poco pesce, verdure. Guarda di rado la tivù, Olimpiadi a parte, semmai perde un po’ di tempo al computer, fino alle 2 di notte («Sono un po’ lenta...»). L’idea di smettere di gareggiare non la sfiora, anche se si paga lei le trasferte e si muove da sola. Prossima tappa importante a Catania, il 2 ottobre, per il Campionato italiano di Pentathlon dei lanci. È l’anniversario della scomparsa di Bruno. Deve proprio vincere.
Sveglia alle 9, zabaione a colazione, primo e secondo sia a pranzo che a cena, molta carne