Discriminazioni in ufficio, lontani dalla parità di genere
Cazzullo racconta le italiane, Maria Grazia Chiuri sul palco con la figlia Rachele, le storie comiche delle attrici Laura Follesa e Michela Giraud
C’è uno strano autobus parcheggiato davanti al Teatro Triennale di Milano. È il CampBus, laboratorio digitale su ruote che nel suo dehors ospita eventi (ieri la rassegna stampa di Beppe Severgnini) e che da domani porterà in sei scuole spunti di didattica digitale da affiancare alla tradizionale.
È fatta anche di questo l’ottava edizione del Tempo delle Donne dedicata alla forza. Anzi meglio: a un altro genere di forza. Per esempio quella che serve alle donne per dire basta, finiamola con le discriminazioni sul lavoro.
L’economista Luisa Rosti e il demografo Alessandro Rosina hanno tracciato il profilo di un’Italia ancora lontana dalla parità di genere nel lavoro, argomento che ci vede ultimi in Europa. Un dato fra i tanti: nel nostro Paese la retribuzione oraria delle donne è del 14% inferiore a quella degli uomini. Un altro: sono uomini l’82% dei dirigenti. Sulle donne «libere» dal lavoro ha scritto uno dei suoi monologhi l’attrice e autrice Teresa Cinque. Una riflessione sulle casalinghe che si occupano «del resto» mentre lui lavora: «Che poi, il resto. Sarebbe più giusto dire i resti: figli, casa, lavare, stirare...».
Donne che affondano le radici della loro forza nella sofferenza. Come quelle raccontate dall’editorialista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo nel suo Le italiane (Solferino). Sul palco del Tempo delle Donne Cazzullo — intervistato dalla vicedirettrice vicaria del Corriere della Sera Barbara Stefanelli — ha tratteggiato il ritratto di italiane che ha (quasi tutte) conosciuto e intervistato. Da Rita Levi Montalcini a Franca Valeri, da Bebe Vio a Elisa Di Francisca, da Anna Magnani, Alda Merini...
Un modello non convenzionale di squadra femminile che fa onore all’unione delle forze è di Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica delle collezioni donna Dior, e sua figlia Rachele, cultural advisor della maison. Erano una madre e una figlia in conflitto, «poi l’ho chiamata ad aiutarmi — racconta Maria Grazia — e il confronto tra noi si è trasformato in un’incredibile forza».
Unite nelle differenze. Proprio come il tema affrontato da Helena Dalli, commissaria Ue all’uguaglianza.
Ridere: ecco un altro genere di forza. La filosofa Laura Campanello ci ha ricordato l’importanza della leggerezza (Leggerezza è anche il titolo del suo ultimo libro, per Bur) proprio un minuto prima che le attrici comiche Laura Follesa e Michela Giraud, assieme all’attore comico Lillo Petrolo, portassero in sala l’allegria dei loro racconti. Improvvisazione e capacità di essere lievi, appunto, perfino sul tema della pandemia (tutti e tre hanno avuto il covid).
Lievi come le parole della professoressa Amalia Ercoli Finzi, 84 anni, prima donna italiana a laurearsi in ingegneria aerospaziale. «Dicevano lady and gentlemen quando andavo a conferenze e dibattiti. Lady perché ero l’unica presenza femminile».